Sono arrivati in Italia in tour insieme ai Rhapsody of Fire e agli Orden Ogan, gli Unleash The Archers, band heavy metal canadese originaria di Vancouver, sono al loro tour del decimo anniversario di carriera. A Bologna ho scambiato quattro chiacchiere con la loro bellissima e bravissima cantante, Brittney Slayes, in occasione del loro live alla Zona Roveri. Attualmente sotto contratto con Napalm Records, gli Unleash hanno lentamente ma costantemente scalato le classifiche metal di iTunes e Billboard consolidando un successo basato sul loro impegno e l'amore dei loro fan.
Ecco a voi cosa ci siamo detti.

NG. Avete vinto il Vancouver Whammy Award come best metal band e best vocalist nel 2015, avete all'attivo 5 album e alle spalle un gran numero di show. Questo è il vostro decimo anniversario, come sta andando la vostra carriera per ora?
BS. Molto bene! Sta crescendo, non sembrano nemmeno passati 10 anni. E' stata una salita lenta ma costante. Il successo è soggettivo, noi siamo felici del modo in cui le cose stanno andando e di come i dischi stiano vendendo. Stanno arrivando occasioni sempre migliori, quindi è stato grande. E molto divertente!

NG. In questi 10 anni abbiamo visto un sacco di musica considerata di nicchia o indipendente diventare la musica “pop” del momento: è successo col rap, hip hop, la musica elettronica. Quando un genere diventa popolare ci sono i lati positivi perché si ha la possibilità di arrivare a più persone, ma spesso si assiste anche ad un processo di svalutazione della qualità della musica stessa. Il metal sembra essere l'unico genere musicale al di fuori di questo trend: che ne pensi? Perchè non ne è toccato?
BS. Si è vero, ora che mi ci fai notare. No so perché, ma non mi dispiace. Certo negli anni '80 c'erano le band hair metal - che per me rientrano nel fenomeno che hai descritto tu - che hanno avuto successo enorme, ma erano più rock che metal. Il metal è amato da un sacco di gente, solo non in tv o nelle radio. Capita che ci siano delle band che si svendono, ma poi i fan tendono a disaffezionarsi.
Penso sia quello il punto: i fan del metal sono diversi dai fan degli altri generi musicali. Non gli interessa se ciò che ascoltano non passa in radio o non ci sono magliette nel negozio della città. Amano questa musica.
Là fuori ci sono milioni di esseri umani diversi: ci sono quelli che seguono le mode e quelli a cui ciò che i media mainstream dicono non interessa per niente, e credo che il metal attragga più il secondo genere di persone.

NG. Il vostro ultimo album è il primo che entra nelle charts metal di iTunes al terzo posto e Billboard: che ne pensi?
BS. Credo sia fantastico! È una gran soddisfazione.

NG. State diventando pop! (ovviamente in tono scherzoso)
BS. No, siamo nelle classifiche metal (ride) è bellissimo sapere che il nostro lavoro piace e che la gente se ne accorga. Ci siamo impegnati moltissimo.

 
NG. Non senti di aver cambiato qualcosa per arrivare a questo traguardo?
BS. No, in realtà no. Credo solo che parecchia più gente ci abbia scoperto. Billboard non è una classifica di popolarità, è uno schema numerico: se i negozi di dischi, le labels e tutti quanti mandano certi numeri tu entri nelle classifiche. È così che succede. Se ce la fai bene, altrimenti non entri.

NG. Cos'è per tre la musica in tre parole, e perché?
BS. Salute mentale, conforto e sfogo. Qualsiasi cosa brutta succeda, non importa quanto mi arrabbi, posso fare musica e buttare fuori tutta la rabbia e la tensione.

NG. L'ultima domanda - che mi piace fare a tutti gli artisti che intervisto. 3 album che non mancheranno mai nella tua collezione.
BS. Painkiller dei Judas priest, The living infinite dei Soilwork, Brave new world degli Iron maiden.

 
Intervista e foto a cura di Luigi Rizzo.