Nightguide intervista gli Sleeping Romance

Nightguide intervista gli Sleeping Romance

Gli Sleeping Romance, formazione symphonic metal di Modena, approdano alla loro corrente line-up dopo vari cambi di organico e una serie impressionante di concerti nella penisola: il loro primo disco, Enlighten, è uscito ormai qualche anno fa e, finalmente, il 3 novembre è uscito il loro secondo lavoro, Alba, per Napalm Records. Abbiamo scambiato due chiacchiere con la band.




Alba è il vostro primo disco per la Napalm Records: come vi sentite? 
Federico: Sicuramente molto carichi, contenti ed onorati. E' una cosa molto importante per noi riuscire a far sentire la nostra musica attraverso i canali che la Napalm Records ha. Inoltre non vediamo l'ora di portare live questi pezzi!
Lorenzo: Arrivare a firmare per un'etichetta di tale prestigio per noi è il coronamento di un sogno e, un po', anche il giusto premio per il duro lavoro che abbiamo portato avanti in questi anni: siamo quindi entusiasti della cosa e curiosi di sapere se questa occasione potrà rappresentare una svolta davvero importante per noi!
 
Federica: Siamo sicuramente molto emozionati e impazienti di vedere come il pubblico accoglierà il nuovo album. La sua pubblicazione ha richiesto una lunga attesa, e ora che è arrivato il momento che tanto aspettavamo speriamo ovviamente che la risposta sia positiva. Uno dei nostri obiettivi era dimostrare che c'è stata una crescita della band dall'uscita di Enlighten e che la fiducia dei nostri fan è stata ben riposta. Grazie a Napalm Records avremo inoltre la possibilità di arrivare a un nuovo pubblico e farci conoscere da chi non ha mai sentito Enlighten, e credo che Alba sia un buon "biglietto da visita" per presentarsi a un mercato più ampio.


Potete dirci qualcosa sul disco? 
Federico: Alba è un disco molto personale con un concept dietro che personalmente sento e che ho vissuto. Si tratta di un viaggio che parte dalla notte e finisce appunto all'Alba in cui si affrontano scelte, difficoltà, tentazioni per arrivare a una maturazione e una consapevolezza del proprio io e di chi siamo veramente. Molte volte nella vita accadono cose che cambiano in modo radicale tutto quello che è stato fino a quel momento e ti trovano impreparato. La difficoltà sta nel raccogliere ciò che è andato perso e rimettersi in gioco. Musicalmente è un disco che mi ha dato tanto e a cui ho dato tanto, ogni brano è ragionato e pensato nel dettaglio e segue un filo logico dall'inizio alla fine, ogni cosa è stata messa giù con una logica ben precisa. Spero possiate apprezzare.


Il tour vi sta portando in giro per il nord Europa: quando potremo vedervi dal vivo in patria?
Lorenzo: Per adesso non ci sono date in programma in Italia, e ci dispiace perché suonare a casa è sempre bello, ma siamo sicuri che nei prossimi mesi potranno esserci delle belle occasioni.


La scena metal in Italia è piuttosto sviluppata, ma ci sono poche band italiane fra i grandi nomi internazionali. Vista la qualità della musica prodotta in questo paese come vi spiegate la cosa? Ed è vero che all'estero gli addetti ai lavori hanno molte più attenzioni per questo tipo di musica rispetto all'Italia? 
Federico: E' una bella domanda alla quale è difficile dare una sola risposta, credo ci siano tantissimi fattori che fanno si che l'Italia purtroppo nel metal faccia molta fatica. Forse non solo nel metal, ma in generale un po' in tutta la musica underground o per lo meno non quella “televisiva”. Lavorando come produttore sono tutti i giorni a contatto con band di alto livello o comunque con ragazzi che hanno qualcosa da dire ma che purtroppo non riescono ad emergere e che quindi alla lunga smettono di provarci. Uno dei più grossi problemi credo sia che la scena metal underground sia lasciata un po' a morire e che il pubblico faccia proprio fatica a seguire le band live: pochi posti dove suonare, spesso concerti mal organizzati, le band non sanno come affrontare locali piccoli e capita anche una vera e propria diseducazione alla musica live. Ma come ti dicevo, purtroppo i fattori sono tantissimi ed è difficile riuscire a racchiuderli tutti in poco spazio. Sicuramente quello che ho e che abbiamo visto, è che in certi paesi c'è molta più attenzione nei confronti delle band piccole o nelle band che stanno avendo un certo successo. Ricordo bene un concerto in Olanda dove una band che da li a poco avrebbe poi firmato un contratto con Nuclear Blast, dove c'era un pubblico enorme e tutti interessatissimi a loro, quasi a fare il “tifo”. Una band che si era auto-prodotto solo un EP, ma la gente era li per loro. Il discorso è che se una band funziona in un certo paese o in una certa zona, a livello internazionale si crea interesse nei confronti di tutte le band che gli stanno intorno e quindi si crea una comunità, un vero e proprio giro musicale. Evitando tutti i discorsi storico/sociali e parlando solo di movimenti musicali, se ci si fa caso è quello che è successo al movimento death metal melodico della scuola di Goteborg, del metal sinfonico con le voci femminile in Olanda e se vogliamo andare ancora più in grande, il NWOBHM o il grunge di Seattle. In Italia manca un po' il senso di aggregazione e di sostegno in questo senso, a volte si vive un po' come se chi fa successo è da evitare o “la mia musica è migliore della loro”.


Avete mai pensato di scrivere in italiano? 
Federico: In piccole dosi si, infatti nel brano Alba c'è una parte di coro che canta in Italiano. L'italiano è una lingua stupenda e sicuramente ne abbiamo una proprietà che è maggiore rispetto all'inglese. L'inglese però ti permette di raggiungere un pubblico più vasto e internazionale. Non escludo in nessun modo che in futuro possano esserci pezzi in italiano.


Federica Lanna, la vostra cantante, ha collaborato coi Serenity per il loro ultimo lavoro, Lionheart: com'è andata, e avete anche voi delle collaborazioni in ponte? 
Federica: Sono davvero felice e orgogliosa di questa collaborazione. Conoscevo già i Serenity e quando mi è arrivata la proposta di collaborazione per il brano “The Final Crusade” ho subito accettato con entusiasmo (e un po' di farfalle nello stomaco); al termine delle registrazioni mi hanno detto che erano super contenti del risultato finale e mi ha fatto davvero, davvero, piacere. A febbraio saremo in tour insieme e mi hanno invitato a salire con loro sul palco per cantare il pezzo assieme a Georg, inutile dire che sarà di sicuro una emozione bellissima!


A settembre avete suonato per FemME, un festival dedicato al metal al femminile, con band come Arch Enemy e Sirenia: com'è andata, e come vi siete trovati?  
Federica: Uno degli organizzatori, Ton Dekkers, è un nostro sostenitore e dopo averci conosciuti voleva a tutti i costi averci al FemME e così è stato ;) suonare a un evento con band importanti come gli Arch Enemy e i Sirenia è stata una esperienza adrenalinica. Condividere il camerino e la sala relax con band che fino a poco tempo prima erano un miraggio lontano è una enorme soddisfazione. Tra l'altro era la prima data dopo un po' di tempo e mi ricordo che ero molto tesa e emozionata. Ho avuto occasione di conoscere Dianne Van Giersbergen e Marcela Bovio, che ha fatto un concerto da brivido e dalla quale poi ho preso anche qualche lezione di canto. Quindi nel complesso davvero una esperienza indimenticabile.


Avete qualche consiglio per i ragazzi che iniziano a formare una band adesso?
Lorenzo: 
Prima di tutto avere delle idee chiare, sapere in quale settore andare a pescare, perchè cambiare genere ogni due mesi non aiuta. Poi, una volta che si è deciso cosa suonare, bisogna avere un gruppo che condivida il progetto. Infine, dopo aver iniziato con le canoniche cover per prendere il via la cosa più bella è dare vita ai propri brani, ed è qui che la band può trovare motivo di esistere e crescere.
 

interviste, napalm records, sleeping romance

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