Gli occhi degli altri - Di fronte al lago
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13/02/2016 | mathiasmarchioni
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Gli occhi degli altri (GODA), nati nel 2014 a Lecco, escono con il loro vero primo album dal titolo “Di fronte al lago”.
Sette brani in puro stile Rock, pochi fronzoli e tanta sostanza.
Stefano Morganti (chitarra, voce); Pietro Bonaiti (bateria, voce), Alessandro Beri (basso, voce); Giorgio Lanfranconi (chitarra; synth) costruiscono brani pervasi da testi mai banali e che sono accomunati da quella rabbia malinconica che all'estero ha fatto la fortuna di gruppi come gli Smashing Pumpkins della seconda metà degli anni '90.
Se le musiche sono di chiara matrice rock, con le innumerevoli e inevitabili influenze del caso (Marlene Kuntz, CCCP, se vogliamo rimanere in terra italica), i testi, come dicevo, non risultano banali né datati o gravati da clichè, tutt'altro: si dimostrano ragionati e moderni nei temi affrontati.
Quest'ultimo aspetto eleva "Di fronte al lago" ad un piano superiore di attenzione rispetto a molti altri lavori di artisti emergenti che decidono di affrontare un genere difficile come il rock in Italia.
Non sono tutte rose e fiori: la prima traccia "Naif" risulta molto superiore, per esempio a "La vertigine" e nei sette brani dell'album si ha spesso a che fare con delle montagne russe di giudizio, con momenti entusiasmanti e altri decisamente meno piacevoli; indizi di una maturità del progetto non ancora arrivato alla solidità inattaccabile.
Le fondamenta comunque sono ottime.
Mathias Marchioni
Sette brani in puro stile Rock, pochi fronzoli e tanta sostanza.
Stefano Morganti (chitarra, voce); Pietro Bonaiti (bateria, voce), Alessandro Beri (basso, voce); Giorgio Lanfranconi (chitarra; synth) costruiscono brani pervasi da testi mai banali e che sono accomunati da quella rabbia malinconica che all'estero ha fatto la fortuna di gruppi come gli Smashing Pumpkins della seconda metà degli anni '90.
Se le musiche sono di chiara matrice rock, con le innumerevoli e inevitabili influenze del caso (Marlene Kuntz, CCCP, se vogliamo rimanere in terra italica), i testi, come dicevo, non risultano banali né datati o gravati da clichè, tutt'altro: si dimostrano ragionati e moderni nei temi affrontati.
Quest'ultimo aspetto eleva "Di fronte al lago" ad un piano superiore di attenzione rispetto a molti altri lavori di artisti emergenti che decidono di affrontare un genere difficile come il rock in Italia.
Non sono tutte rose e fiori: la prima traccia "Naif" risulta molto superiore, per esempio a "La vertigine" e nei sette brani dell'album si ha spesso a che fare con delle montagne russe di giudizio, con momenti entusiasmanti e altri decisamente meno piacevoli; indizi di una maturità del progetto non ancora arrivato alla solidità inattaccabile.
Le fondamenta comunque sono ottime.
Mathias Marchioni
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