Davide Ravera - Ramingo

Davide Ravera - Ramingo

Davide Ravera torna dopo due anni dal suo ''Gospel'' e lo fa con un album che ad esso si lega seppur marcando nuovi confini, un album dal titolo che già fa immaginare il senso più intrinseco del lavoro, ovvero il viaggio. Così, ''Ramingo'' esprime in 13 tracce prodotte da Umberto Palazzo, masterizzate da Jim Blackwood e mixate da Davide Cristiani, il logorio del perdersi e la bellezza del ritrovarsi.
Il sound è tipico di un pop rock - elettrico mai forzato, che si ascolta da tracce registrate quasi tutte dal vivo in studio, nello spazio temporale di una semplice e breve settimana. ''Ramingo'' si pone come apripista ad altri lavori già scritti da Ravera e prossimi ad una pubblicazione con lo stesso gruppo. Il viaggio continuerà, in questa via crucis personale scelta dall'artista per analizzare, esplorare e cantare le sfumature del male di vivere. Il protagonista del percorso messo in musica nel presente album è una specie di ''lupo'', un tipo umano incapace, ad esempio, di vivere in modo adulto le relazioni affettive con altri individui della specie.
Egli viene descritto in qualche modo già dal prologo, ''Le radici'', cui segue una title track più violenta e rockeggiante, tra reggae e riff di chitarra che descrivono in nuovi modi il protagonista, il Ramingo.
Non manca la ballad romantica, quella di “L'amore sottile”, non manca l'amore irrisolto, quello di ''Gli Uomini'', né manca il rock steady, che troviamo sulle note di “Come il vento ti dirà”, in cui sentiamo ancora meglio l'influenza di Umberto Palazzo ed i fiati di Marchiorri. La notte ci avvolge su “Poco sole”, che ha un sapore vintage e ci sono ancora sprazzi di reggae su “Il nostro mare”, ritratto di una provincia nella sua routine quotidiana.  Passioni e ritmo si mescolano su “Non so cosa darei” e in ”Scarpe nuove”, ed a seguire c'è una  quantità di rock  notevole su “Le vie di Firenze” e su “Sentiamoci per lavorare”. A chiudere il disco è una canzone risalente al 2010, la struggente e labirintica “Dedalo”, cinico ma orgoglioso autoritratto
del musicista “on the road”, che qui prende la forma di una lunga jam che si spegne tra i feedback e i vibrati di una chitarra dissonante, come a non volere chiudere alcun discorso.
“Ramingo” è il manifesto delle capacità di Davide Ravera, un artista che nel tempo è maturato e che si caratterizza anche per l'uso personalissimo della chitarre, suonate senza plettro e quasi senza pedali ed effetti.
Insomma, il viaggio del ''Ramingo'' continua.

davide ravera, ramingo, recensioni

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