Victor Kwality ha un sacco di cose da dire: il suo album, Dinosauri, è gonfio di rabbia e bisogno di reagire, attualità e politica: abbiamo parlato con lui del disco, dello scrivere in italiano e di quello che sta succedendo in giro proprio adesso.





Immagino che in molti te l'abbiano chiesto, ma non mi esimo: come mai hai deciso di usare l'italiano questa volta?
Era da un po' che pensavo di scrivere in italiano, ma non avevo trovato delle sonorità che mi facessero sentire a mio agio. Con Stabber invece ho trovato la mia dimensione.


Ci racconti qualcosa di Dinosauri? E' un EP che trasuda rabbia, mi pare. C'è qualcosa a cui tieni particolarmente in questo album?
Si, hai pienamente ragione: rabbia e disappunto rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Si respira aria violenta, razzista, xenofoba ma queste non sono neanche le cose che mi fanno più paura. L'indifferenza oggi è una delle cose che mi fa più paura. Dinosauri vuole esprimere questo, una riflessione sul non rimanere indifferenti.


Sei cittadino del mondo: cosa significa esserlo in un momento in cui la moda sembra quella di alzare muri, e non costruire ponti?
Anche questa è una cosa che fa molta paura: so che è un paradosso, ma ogni tanto mi chiedo se evolvere non significhi tornare indietro, anche se in effetti la storia si ripete. Sto leggendo un libro molto interessante che affronta questo tema: si chiama L'età dei muri, di Carlo Greppi, ho trovato parecchie risposte.


La scena rap e trap si sta espandendo in modo esponenziale anche in Italia: credi che questo exploit abbia portato a un abbassamento della qualità o a una commercializzazione della scena? Lo vedi come una cosa positiva o credi sia più una via di mezzo fra le due cose?
Credo che commercializzare non significhi per forza abbassare la qualità: il problema sono più i contenuti in cui magari non mi ritrovo, anche nel pop è un po' tutto piatto. Credo si possa fare musica di qualità e commerciabile (non commerciale) anche avendo qualche contenuto in più.


Come è stato lavorare con Stabber, ci racconti qualcosa di come è andata allo Stabber Dome?
Si, era un po' di tempo che non trovavo questa affinità artistica. In questo lavoro c'è stata molta libertà per entrambi, non mi sono sentito ingabbiato e penso nemmeno lui. Siamo le persone giuste al posto giusto.


Come mai hai scelto proprio A muso duro fra tutte le canzoni di Pierangelo Bertoli, ed è stato facile adattare una canzone del genere al tuo stile?
Non succede spesso di ritrovarsi in un testo scritto da un altro, ma con AMD è successo. Sono parole di una potenza devastante, pensa che l'EP era già chiuso, poi questo lampo e così con Stabber abbiamo deciso di fare questo omaggio. Tra l'altro compie 40 anni quest'anno, così abbiamo dato una veste attuale a un pezzo che ha un testo assolutamente attuale.


La domanda che tutti odiano ma che faccio lo stesso: ci puoi dire i tuoi tre dischi preferiti?
Ma guarda, ne ho tanti. Ti dico quelli di questo periodo:
James Blake - Assume Form
Rosalia - El mal querer
Koffee - Rapture.