Intervista con Francesco Musolino, autore de "L'attimo prima" edito da Rizzoli

Intervista con Francesco Musolino, autore de "L'attimo prima" edito da Rizzoli

Francesco Musolino (Messina, 1981) è un giornalista culturale, autore di narrativa e insegnante di scrittura creativa. Collabora da free-lance con diverse testate nazionali e internazionali, cartacee e online. È inoltre il creatore su Twitter del progetto lettura no-profit @Stoleggendo (2014), in cui cerca di incentivare la lettura attraverso la condivisione di citazioni letterarie. “L'attimo prima” (Rizzoli, 2019) è il suo esordio nella narrativa, un romanzo di formazione in cui si segue il percorso di rinascita di Lorenzo, impantanato in un'esistenza che ha improvvisamente cancellato tutti i suoi sogni.
 
 
A cura di Antonella Quaglia
 
 
«L'attimo prima può sembrare d'impatto un romanzo sulla caduta, su quel momento in cui si perde ogni certezza, ma in realtà è un'opera piena di speranza che parla di risalita, di rinascita dalle proprie ceneri. Ci presenti la tua opera prima?».
Hai ragione, questo romanzo è nato proprio con il desiderio di raccontare una caduta e successivamente, un cammino verso la luce, di riemersione fra tentativi e tentennamenti del protagonista. Soprattutto non volevo fosse un'opera prima troppo ombelicale, eccessivamente focalizzata sulla perdita del padre - eccolo, l'attimo dopo - piuttosto un racconto di come ci si rimette in piedi. In fondo, tutti cadiamo e ci rompiamo. E ammettere di essere frangibili non ci rende più deboli ma consapevoli della nostra forza.
 
«Lorenzo, il protagonista del tuo romanzo, lavora per un'agenzia di viaggi anche se nella vita avrebbe voluto fare lo chef. Ama osservare cosa accade nelle case degli altri, immaginare le loro vite, la loro felicità. Anche nel suo lavoro trasla i suoi sogni sugli altri, organizzando viaggi che mai farà, vivendo da spettatore una gioia che mai proverà. Lorenzo ha paura di dimenticare chi ha amato, e per questo vive un presente irreale in una bolla di autoreclusione, come la carpa Koi di sua sorella, imprigionata in un acquario nonostante la sua straordinaria capacità di nuotare contro corrente. Dalle parole di Lorenzo: “Ciascuno di noi ha i propri demoni, i propri sogni”, e lui sceglie di farsi condizionare dai demoni, e di zittire i sogni che ruggiscono dentro di lui. Come hai gestito la caratterizzazione di questo struggente, complesso e forse un po' autobiografico personaggio?».
Il nucleo delle emozioni è personale. La perdita, il pantano e piccoli particolari che dissemino lungo la narrazione. L'amore dei genitori di Lorenzo l'ho vissuto e mi ha protetto, proprio come il tavolo di legno nella cucina del ristorante de L'attimo prima. Ma ho scelto consapevolmente di sovrapporre una costruzione di finzione, ho fatto ricorso all'immaginazione perché questa materia narrata era così incandescente che volevo prendere la giusta distanza e rivolgermi a tutti i lettori. Lorenzo è un po' granchio fra gli scogli e un po' un figlio che improvvisamente diventa uomo ma i leoni nel suo cuore ronfano e per questo si rifugia in un presente infinito, senza futuro. Ma la vita non aspetta.
 
«Nel tuo romanzo si cita spesso la filosofia orientale, si parla di spiritualità, degli I Ching, dei Mandala, e in generale della ricerca di un significato più profondo dell'esistenza. Tutti i sogni di Lorenzo svaniscono un attimo prima che vengano realizzati, tutto si dissolve nel fumo ed egli non trova più una motivazione per rialzarsi. Sua sorella Elena arriva a spronarlo dopo un lungo viaggio in Oriente, gli insegna giorno dopo giorno a lasciare andare, a salvare sé stesso “in caso di incendio”. Chi è davvero Elena? Quale messaggio importante veicoli attraverso la sua storia?».
Elena ribalta la prospettiva sulla perdita e sul lutto. Il suo ruolo è centrale nel libro. Mi è sempre piaciuto mettere in crisi le certezze, provare a cambiare il punto di vista, così dinnanzi ad una persona cara che viene a mancare spesso ci sovraccarichiamo di zavorra emotiva, rievochiamo tutti quei momenti che non torneranno più. Elena invece parla di energia, di un tempo non lineare - come asseriva Einstein - e stana Lorenzo e tutte le sue false certezze. Del resto, ciascuno cura il proprio cuore come meglio può ma voltare le spalle al futuro e vivere nel ricordo non serve proprio a nulla.
 
«L'attimo prima parla di quel delicato momento di passaggio dalla gioventù verso l'età adulta. Un passaggio che Lorenzo vive nell'immobilità, in una elaborazione del lutto sfibrante, che lo relega in un pantano di nostalgia e rimpianto.  Il romanzo racconta dell'estremo tentativo di Lorenzo di rimettere insieme i cocci della sua esistenza per diventare più forte, come nell'arte del Kintsugi: “solo quando andiamo in frantumi sappiamo di cosa siamo fatti”. Quanto ha significato per te scrivere questo romanzo che è un vero e proprio viaggio nell'anima del protagonista (e con piccole differenze di ognuno di noi)? Pensi che la letteratura possa aiutare a curare i dolori dell'essere umano?».
Oh sì, senza dubbio. A cos'altro potrebbe servire la letteratura se non a prendersi cura delle nostre ferite? Leggere ci espone alle emozioni, ci espone a domande che possono mettere in dubbio le nostre certezze. La vita è un soffio, per questo dobbiamo tenere nel cuore i ricordi belli e guardare con fiducia al futuro. Le cicatrici fanno male, sì, ma ci ricordano che siamo vivi.
 
«La tua è una scrittura poetica, evocativa ma mai pesante, che arriva sempre dritta al punto senza inutili orpelli o intenti moralistici. Tu nasci giornalista, e in seguito hai deciso di diventare un autore di narrativa. Che studi hai fatto, e quali sono gli autori che ti hanno influenzato maggiormente?».
Grazie Antonella. Mi sono laureato in Scienze Politiche ma la lettura mi ha salvato la vita. In fondo credo che le storie, tutte le storie, servano a tenere lontano la notte e le nostre fragilità, vivendo mille vite diverse. E così ho scritto non per stupire il lettore ma per tendergli una mano, sussurrando una storia. E sì, in questo libro ci sono echi di almeno tre voci: Annie Ernaux, Anthony Bourdain e ovviamente, Joan Didion.
 
«Nel romanzo citi l'opera di Jonathan Safran Foer Se niente importa, e in particolare il passo del libro: “se niente importa, non c'è niente da salvare”. Un importante messaggio animalista. Cosa pensi del risveglio delle coscienze di quest'ultimo periodo (anche grazie all'attivismo di Greta Thunberg) sulla questione del rispetto verso gli animali e verso il nostro ambiente? Pensi sia solo un fuoco di paglia o invece credi ci possa essere una possibilità di salvare il salvabile prima che sia troppo tardi?».
Il risveglio della coscienza civile e la consapevolezza di quanto sia fragile il nostro ecosistema sono punti fondamentali per guardare con maggiore fiducia al futuro. Anche affrontando questo tema non volevo essere inutilmente moralista ma proprio dopo aver letto J. S. Foer ho iniziato un percorso personale provando a consumare meno carne e mangiando in modo più bio e consapevole. Non è mai troppo tardi per provare a cambiare il mondo e chi osteggia Greta Thunberg - che non è perfetta, proprio come tutti noi - non ha capito che non possiamo non prenderci cura della Terra. Soprattutto in nome delle generazioni future.
 
«Vuoi condividere con noi una citazione dal tuo libro che ti sta particolarmente a cuore?».
Antonella, questo passaggio mi è particolarmente caro:le carezze sulle cicatrici si sentono di più. Non aver paura di mostrarle a chi vuoi bene” e credo possa riassumere il senso di tutta la nostra conversazione, a cuore aperto.”
 
 
Titolo: L'attimo prima
Autore: Francesco Musolino
Genere: Narrativa contemporanea
Casa Editrice: Rizzoli
Pagine: 272
Prezzo: 18,00 €
Codice ISBN: 978-88-171-40-942
 
 
Contatti
https://francescomusolino.com/
https://www.amazon.it/dp/8817140945/?tag=rizzolilibri-21
https://www.libreriarizzoli.it/.../eai978881714094/
 

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