Nightguide intervista i Corde Oblique

Nightguide intervista i Corde Oblique

The moon is a dry bone, il nuovo album dei napoletani Corde Oblique, è uscito il 3 Aprile per Dark Vinyl Records e lancia quello che la band stessa definisce come un nuovo genere, il folk-gaze. The moon is dry as a bone riprende is ogni dell'infanzia e li rivede sotto una luce disincantata e vagamente cinica, ma non necessariamente crudele; l'album include 11 tracce inedite e una cover degli Anathema, Temporary peace, e vanta la collaborazione di Andrea Chimenti e Miro Sassolini, ex voce dei Diaframma. Riccardo Prencipe, mente e anima della band, ci ha raccontato la genesi del disco.





Prima domanda assurda: so di corde doppie, corde scordate, corde di nylon, nel peggiore dei casi corde insaponate. Corde oblique da dove esce?
Se la chitarra viene imbracciata in stile classico, poggiando il piede su uno sgabello, le corde assumono una posizione "obliqua". Da qui il nome Corde Oblique.


The moon is dry as a bone è un titolo scientificamente corretto: cosa c'è dentro? L'impossibilità di ottenere l'impossibile? O altre cose?
Da piccoli sogniamo tutti la luna, per noi rappresenta un idillio, un sogno. Poi, crescendo, il sogno scompare, arriva la disillusione. Ed ecco che ce ne rendiamo conto: "La luna è un osso secco!"


Nel vostro disco c'è anche la cover di Temporary peace degli Anathema, fra l'altro Duncan Patterson è stato vostro ospite. Come mai avete scelto questo pezzo?
Come hai già detto la band ci è familiare per diverse ragioni. Quel brano in particolare è un brano che adoro cantare da sempre. Lo faccio tra le mie 4 mura, poiché sono stonato e mi guardo bene dal farlo in pubblico. Quindi ho deciso di ripensarlo, di farlo nostro ed ecco una nuova cover anathema. L'nterpretazione di Rita Saviano (nuova voca in formazione live) ha dato veramente tantissimo a questo pezzo. Rita canta con noi d apochi mesi, eppure c'è un'empatia che sembra pluriennale. Sono convinto che chi ha apprezzato "The stones of Naples" (dove è incisa la cover di Flying degli Anathema) apprezzerà molto anche quest'album.


Avete fatto un super tour in Cina, ormai 5 anni fa: una delle prime band occidentali a suonare così a lungo in un paese che iniziava allora ad aprirsi di più verso l'esterno. Ci raccontate qualcosa? Cosa vi ha colpito di più?
Era il 2015, ci siamo poi tornati nel 2018. La Cina è un paese troppo vasto per poterne dare una definizione, è come se ci chiedessero di dare una definizione dell'Europa. Oslo e Matera probabilmente sembrano due città di due pianeti diversi, eppure sono entrambe in Europa. Ecco: in Cina è lo stesso. Ogni città era un mondo nuovo, la gente era diversa, il cibo era diverso, il clima era diverso. Mi ha colpito molto la loro avanzatissima tecnologia ed un senso di grandezza in alcune città mai visto prima. Saremmo dovuti tornarci quest'estate, il resto puoi immaginarlo.


Questo disco esce in un momento vagamente peculiare: nessuno può uscire di casa, nessuno può andare a un concerto o a comprare un disco. Cosa si prova a far uscire la propria musica in un momento del genere?
Nessuno può andare a un concerto, nessuno può andare in un negozio, ma tutti possono ordinare il disco su Bandcamp e sul nostro sito. Lo stanno ricevendo direttamente a casa al costo di un panino. Per fortuna stiamo avendo moltissimi ordini, gli album a nostra disposizione sono quasi esauriti, e questo ci rende orgogliosi. Peccato per i concerti persi. Se un disco è bello resta bello, se brutto resta brutto. Inutile scervellarsi sul momento, il tempo giudicherà.


Nel disco ci sono Andrea Chimenti, Maddalena Crippa e Miro Sassolini: come vi siete trovati, e come è stato lavorare insieme?
Scelgo di invitare ogni artista dopo averlo visto esibirsi dal vivo. A volte succede che l'esibizione in questione mi accende particolarmente e i giorni successivi inizia la mia sfida e il mio tarlo: cucire addosso agli artisti un vestito perfetto per loro. Così è stato per tutti e 3: vidi Maddalena Crippa esibirsi al Teatro San Carlo di Napoli per il Requiem di Roberto de Simone. Il suo modo di recitare mi faceva rabbrividire: viscerale ed estatico. Ci ho messo tempo a scrivere un testo per la sua voce, ma poi è arrivato e sono felice che lei abbia gradito molto. Conoscevo Miro Sassolini discograficamente da Siberia dei Diaframma, poi ho ascoltato i suoi lavori solisti,  e devo dire che a mio avviso sono meravigliosi. Andrea Chimenti lo vidi esibirsi con Gianni Maroccolo a Napoli e subito dopo il concerto gli andai a parlare. Tre grandi artisti da cui ho imparato molto. Dalle generazione più grandi della mia ho sempre imparato tanto. Mi duole che oggi i giovani ascoltino solo artisti giovani. Non sanno cosa si perdono.

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