Intervista al prof. Michelangelo Raccio, autore del saggio “Management ed economia dell’ambiente per lo sviluppo sostenibile
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04/05/2023 | Bookpress
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Michelangelo Raccio è professore incaricato di Management ed Economia dell'Ambiente presso l'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli ed è docente, nello stesso ateneo, nel Master Universitario di II livello “Inquinamento ambientale: rischi e strategie diagnostiche per la tutela della salute ambientale e dell'uomo”. Presiede inoltre vari Organismi di Vigilanza per il rispetto della normativa anticorruzione ed è consulente in materia economico-legislativa nell'ambito delle attività Istituzionali collegate alla Commissione Ambiente istituita presso il Parlamento europeo. Ha scritto numerose opere sui temi dell'economia.
«Ci presenta il suo saggio, giunto alla seconda edizione, “Management ed economia dell'ambiente per lo sviluppo sostenibile”? Benché sia un'opera di carattere divulgativo, sono trattate anche tematiche complesse come, ad esempio, gli strumenti manageriali per la gestione ambientale. È quindi un testo rivolto solo agli addetti ai lavori e agli studenti universitari in materie economiche, o può essere approcciato anche dal semplice lettore curioso?»
Il testo può essere approcciato anche da un lettore curioso che vuole sapere qualcosa in più sullo sviluppo sostenibile e sull'economia ambientale. Il testo offre un'ampia panoramica sui principi fondamentali dell'economia ambientale, includendo la valutazione economica dell'ambiente e degli impatti ambientali, la gestione delle risorse naturali, i mercati delle emissioni, la politica ambientale e le questioni di sviluppo sostenibile. Inoltre, il testo si concentra anche sulle politiche ambientali e sui loro effetti sulle economie nazionali e sul benessere delle popolazioni. Nell'opera si esamina anche come il management di una azienda, indipendentemente dalle dimensioni, attraverso specifiche politiche ambientali possa essere fautore di obiettivi di sviluppo sostenibile, che tengano conto delle esigenze economiche, sociali ed ecologiche delle comunità in cui opera. In sintesi, si tratta di un testo accessibile e completo che offre una buona introduzione ai principi dell'economia ambientale e dello sviluppo sostenibile. Il libro è adatto sia per coloro che hanno una conoscenza di base dell'economia, sia per i lettori che sono curiosi di apprendere di più su questi argomenti.
«Nel suo saggio si parla di salvaguardia dell'ambiente e di crescita economica, dimostrando che non siano due concetti antitetici, anzi. Quanto sono interconnesse tra loro queste due importanti tematiche?»
Confermo che la salvaguardia dell'ambiente e la crescita economica non sono assolutamente due concetti antitetici; nei fatti, uno sviluppo economico sostenibile non solo è possibile, ma anche auspicabile. L'approccio della sostenibilità richiede di conciliare la crescita economica con la protezione dell'ambiente e con il benessere delle persone. In questo modo, l'obiettivo è di garantire la disponibilità delle risorse naturali per le generazioni future, senza compromettere la capacità del pianeta di fornire beni e servizi vitali. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario adottare politiche pubbliche che promuovano la sostenibilità ambientale e che incoraggino gli investimenti in tecnologie e processi produttivi più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale. Promozione delle fonti di energia rinnovabile, riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, recupero e il riciclo dei materiali, gestione sostenibile delle risorse idriche e la protezione della biodiversità, etc, possono essere considerate a buon diritto misure a supporto della sostenibilità ambientale. Inoltre, una politica di sviluppo sostenibile può portare benefici anche dal punto di vista economico, ad esempio attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro in settori come l'energia rinnovabile e il riciclo, o attraverso l'incremento della competitività delle imprese grazie all'adozione di tecnologie e processi produttivi innovativi e sostenibili.
In definitiva, la salvaguardia dell'ambiente e la crescita economica richiedono un approccio integrato e sostenibile per garantire la disponibilità delle risorse naturali per le generazioni future e per promuovere il benessere economico delle comunità.
«Il rispetto per l'ambiente può creare le condizioni per lo sviluppo economico di un territorio?»
Sì, il rispetto per l'ambiente può creare le condizioni per lo sviluppo economico di un territorio. Infatti, un'attenzione particolare alla salvaguardia dell'ambiente può essere vista come un elemento chiave per lo sviluppo sostenibile e può portare benefici economici e sociali a lungo termine. Innanzitutto, un ambiente sano può essere considerato un fattore di attrattività per il territorio, favorendo l'insediamento di nuove attività economiche, il turismo e la crescita delle attività locali. È noto ormai a tutti come, ad esempio, l'offerta di parchi e riserve naturali, nonché la presenza di aree protette e di paesaggi naturali di pregio possono rappresentare un vantaggio competitivo per le comunità locali, promuovendo l'incremento del turismo e l'attrazione di investimenti. Inoltre, il rispetto per l'ambiente può portare a una riduzione dei costi legati alla gestione dei rifiuti, alle attività di bonifica, alla prevenzione delle calamità naturali e alla cura della salute delle persone. Ad esempio, l'adozione di tecnologie e processi produttivi a basso impatto ambientale può portare a una riduzione dei costi energetici e di materie prime, incrementando la competitività delle imprese. Infine, una politica di sviluppo sostenibile può portare a una migliore qualità della vita delle comunità locali, attraverso l'offerta di servizi e infrastrutture di qualità, il mantenimento delle attività tradizionali e la promozione di una cultura del rispetto dell'ambiente.
«Un modello economico virtuoso e sostenibile può favorire la tutela dell'ambiente?»
Sì, un modello economico virtuoso e sostenibile può favorire la tutela dell'ambiente. Infatti, un'economia che tenga conto degli aspetti ambientali può portare a un utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse naturali e a una riduzione dell'impatto ambientale delle attività economiche. Un modello economico virtuoso e sostenibile prevede la promozione di tecnologie e processi produttivi a basso impatto ambientale, la riduzione degli sprechi, l'adozione di un approccio a ciclo chiuso per la gestione dei materiali e dei rifiuti, e la promozione di un consumo sostenibile. Inoltre, un modello economico virtuoso e sostenibile può prevedere l'adozione di politiche pubbliche per la tutela dell'ambiente, come la definizione di standard ambientali, la tassazione delle attività ad alto impatto ambientale e la promozione di fonti energetiche rinnovabili. Un'economia virtuosa e sostenibile può portare a una maggiore efficienza energetica, a una riduzione delle emissioni di gas serra e degli inquinanti, alla salvaguardia della biodiversità e delle risorse idriche, e alla prevenzione delle calamità naturali. Inoltre, un'economia virtuosa e sostenibile può essere vantaggiosa anche dal punto di vista economico, portando a una maggiore competitività delle imprese grazie all'adozione di tecnologie e processi produttivi innovativi e sostenibili e alla promozione di un consumo responsabile, favorendo, allo stesso momento, la creazione di posti di lavoro in settori come l'energia rinnovabile, il riciclo e la gestione sostenibile delle risorse.
«Nella sua opera insiste molto, e a ragione, sul concetto di responsabilità: sulla salvaguardia dell'ambiente sono infatti chiamati in causa non solo i governi mondiali ma anche le realtà locali e i singoli individui. Lei parla quindi della necessità impellente di formazione e di consapevolezza: “Affrontare la transizione ecologica con successo necessita di consapevolezza dei temi e delle sfide ambientali che ci attendono e necessita di fondamenti culturali volti alla riduzione degli impatti”. Vuole esprimere le sue considerazioni in merito?»
La salvaguardia dell'ambiente è una responsabilità che coinvolge non solo i governi mondiali, ma anche le realtà locali e i singoli individui. Infatti, la protezione dell'ambiente richiede l'impegno e la collaborazione di tutti i livelli della società. Le realtà locali, ad esempio, hanno un ruolo fondamentale nella protezione dell'ambiente, in quanto sono responsabili della gestione del territorio, dell'urbanizzazione, della gestione dei rifiuti e dell'accesso alle risorse naturali. Le amministrazioni locali possono adottare politiche di sostenibilità ambientale, promuovere la partecipazione e l'educazione ambientale, e incentivare le imprese e i cittadini a ridurre l'impatto ambientale delle loro attività. Ma anche i singoli individui possono fare la loro parte nella salvaguardia dell'ambiente. La promozione di comportamenti sostenibili a livello individuale, come la riduzione dei consumi energetici, il riciclo, l'utilizzo dei mezzi pubblici o della bicicletta, la scelta di prodotti a basso impatto ambientale, possono contribuire, infatti, a ridurre l'impatto ambientale delle attività quotidiane. Da non dimenticare, poi, l'educazione ambientale che può svolgere un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione delle persone sulla necessità di proteggere l'ambiente; l'educazione ambientale può fornire le conoscenze e le competenze necessarie per adottare comportamenti sostenibili a livello individuale e collettivo, e promuovere la partecipazione attiva nella gestione del territorio e nella tutela delle risorse naturali. È chiaro, allora, che in un siffatto scenario, per affrontare la transizione ecologica con successo si rende necessaria non solo una consapevolezza dei temi e delle sfide ambientali che ci attendono, ma anche una forte base culturale volta alla riduzione degli impatti ambientali. La consapevolezza dell'importanza della tutela dell'ambiente deve essere diffusa a tutti i livelli della società, attraverso una comunicazione efficace e una forte base culturale volta alla riduzione degli impatti ambientali. Questo significa promuovere una cultura del rispetto dell'ambiente, che prenda in considerazione le conseguenze delle attività umane sul pianeta e sulle generazioni future, coma abbiamo appena detto. Una cultura del rispetto dell'ambiente può essere promossa, sostanzialmente, attraverso l'educazione ambientale, l'informazione sui temi ambientali, la promozione di stili di vita sostenibili, l'adozione di politiche pubbliche a supporto della sostenibilità ambientale e la collaborazione tra i vari attori della società, tra cui i governi, le imprese e le organizzazioni non governative.
«Per giungere a un efficiente sistema ecosostenibile, si deve risolvere una volta per tutte il dilemma sfruttamento/conservazione, che viene esplicitato nel suo saggio attraverso la comparazione tra il tradizionale e fallimentare modello economico lineare e il più sostenibile modello economico circolare. Vuole parlarcene?»
Il dilemma esistente tuttora tra sfruttamento e conservazione delle risorse naturali riguarda l'equilibrio tra l'utilizzo di risorse naturali per soddisfare le esigenze dell'economia e della società, e la conservazione delle stesse per garantire la disponibilità delle risorse per le future generazioni e per la protezione dell'ambiente, come sancito nel documento del 1987 noto come: Rapporto Brundtland. In questo senso, il tradizionale modello economico lineare basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e sulla produzione di rifiuti, si è dimostrato inefficace e dannoso per l'ambiente e per il benessere delle persone. Al contrario, il modello economico circolare si basa sulla riduzione degli sprechi, sull'utilizzo efficiente delle risorse e sulla promozione del riciclo e del recupero delle materie prime. In questo modo, il modello circolare promuove la conservazione delle risorse naturali, riducendo l'impatto ambientale delle attività economiche. Il modello circolare si basa, semplice ma pregnante intuizione, sull'idea di creare un sistema chiuso, in cui i materiali e le risorse sono mantenuti in circolazione il più a lungo possibile, attraverso l'adozione di processi produttivi sostenibili e il riciclo dei prodotti a fine vita. In questo modo, si riduce l'estrazione di nuove risorse naturali e si riducono i rifiuti e le emissioni inquinanti. Il modello economico circolare promuove anche l'adozione di nuove tecnologie e processi produttivi, basati sull'efficienza energetica, l'uso di fonti energetiche rinnovabili e la riduzione delle emissioni inquinanti. Certo il cammino è lungo e irto di ostacoli, naturalmente, ma ogni rivoluzione necessita di un primo passo e la nostra generazione questo passo lo sta compiendo, anche se, ripeto, con grande difficoltà ma anche con la certezza che siamo ad una svolta epocale, un po' come fu per la rivoluzione di Internet e il Word Wide Web.
«Un altro argomento molto interessante che lei tratta nella sua opera è il Piano di ripresa e resilienza (PNRR), focalizzandosi sulla parte dedicata alla transizione ecologica e alla rivoluzione verde, alle quali sono destinate le risorse più consistenti del Piano. Quali sono gli obiettivi e le tempistiche di questa apprezzabile iniziativa governativa?»
È complicato rispondere in questo momento a questa domanda, in quanto il governo italiano sta negoziando con l'Europa nuove tempistiche. È chiaro che il PNRR è strategico per il nostro Paese in termini di ripresa economica, miglioramento ambientale e coesione sociale in quanto esso prevede un insieme di interventi e investimenti mirati proprio a sostenere la ripresa economica, a creare nuovi posti di lavoro, a promuovere la transizione ecologica e digitale, e, infine a rafforzare il sistema sanitario. Si tratta di investimenti enormi pari a 248 miliardi di euro, di cui 191,5 miliardi finanziati con risorse europee e il resto con risorse nazionali. Il piano è suddiviso in sei macro aree di intervento, tra cui la transizione ecologica che prevede l'implementazione di una serie di progetti e interventi a livello nazionale, regionale e locale, con l'obiettivo di raggiungere una serie di obiettivi specifici come: riduzione delle emissioni di gas serra, promozione dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, riqualificazione energetica degli edifici, promozione della mobilità sostenibile, gestione sostenibile dei rifiuti e promozione dell'economia circolare. In particolare, il PNRR prevede un investimento di 47,9 miliardi di euro nella transizione ecologica, che rappresenta il 25% del totale degli investimenti previsti dal piano. L'obiettivo finale è quello di rendere l'Italia un paese più sostenibile e resiliente, in grado di affrontare le sfide ambientali del futuro e di garantire una migliore qualità della vita per i cittadini. La transizione ecologica rappresenta un'opportunità per l'Italia di promuovere l'innovazione, la competitività e la creazione di nuovi posti di lavoro, attraverso l'adozione di soluzioni a basso impatto ambientale e la promozione di una cultura del rispetto dell'ambiente.
«Tra le azioni principali da attuare per favorire uno sviluppo sostenibile lei annovera la lotta alla corruzione, a cui dedica una parte del suo lavoro presiedendo vari Organismi di Vigilanza per il rispetto della normativa anticorruzione. Dalla sua opera: “La corruzione non ha confini, è un peso che frena lo sviluppo economico e impoverisce i Paesi sotto ogni aspetto: ambientale, culturale, morale ed economico [...> La corruzione distrugge il passato, avvelena il presente e ruba la speranza di futuro dei Popoli”. Qual è la situazione attuale in Italia in merito a questa piaga sociale?»
La corruzione è un fenomeno complesso e molti pervasivo; si infiltra nei gangli vitali di ogni Paese, avvelenando lo sviluppo e uìla giustizia sociale. Non si tratat solo di questioni morali, che pur hanno il loro peso, ma di questioni economiche e di sviluppo. Un paese reputato corrotto non è un paese appetibile in termini di investimenti che sono, come è noto, la piattaforma di ogni sviluppo economico. Nonostante gli sforzi degli ultimi anni per contrastare la corruzione, la situazione attuale in Italia è ancora preoccupante. Secondo l'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2021, stilato da Transparency International, l'Italia si posiziona al 52esimo posto su 180 paesi analizzati, con un punteggio di 53 su 100 (dove 0 indica un alto livello di corruzione e 100 un basso livello di corruzione). L'Italia si trova quindi in una posizione non soddisfacente rispetto ad altri paesi europei e a molti paesi dell'Europa orientale. In Italia, la corruzione è presente in diversi settori, tra cui la pubblica amministrazione, la politica, il mondo degli affari, la sanità e il sistema giudiziario; essa assume diverse forme, come la corruzione passiva (accettare tangenti), la corruzione attiva (offrire tangenti), il traffico di influenze e il nepotismo. C'è anche da dire che la sensibilità al fenomeno è nota e questa è una buona notizia; per contrastare la corruzione, infatti, negli anni sono state poste in campo diverse misure; si pensi, ad esempio, alla legge sulla trasparenza, a quella sulla responsabilità amministrativa delle imprese, alla legge anticorruzione nel pubblico impiego e, infine, alla legge sulla protezione dei whistleblower. Tuttavia, nonostante gli sforzi delle autorità italiane, la corruzione continua ad essere un problema diffuso e difficile da contrastare che richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e della società civile per essere affrontata e debellata. Non ci si può fermare nella lotta, altrimenti si viene facilmente sconfitti.
«Nella dedica in apertura all'opera lei parla dello stretto legame che unisce l'umanità all'ambiente, chiedendo di averne massima cura. Dal suo saggio: “Abbiamo assistito, negli anni, anche con stupore ed incredulità, ad incendi di grandissime proporzioni, tempeste, cambiamenti climatici repentini ed epocali, frantumazioni di intere aree del pianeta, pestilenze, etc. Spesso abbiamo assistito a tali scenari apocalittici con impotenza e rabbia. Questi episodi, che si verificano sempre con più frequenza, ci rendono plasticamente il concetto di fragilità dell'uomo nei confronti della natura che, spesso e per lungo tempo, è stata troppo benevola”. C'è ancora tempo per invertire la rotta, o è ormai troppo tardi?»
Io sono un inguaribile ottimista, ma lo sono per necessità. Se non credessi al cambiamento migliorativo adottabile dagli uomini non potrei fare il mestiere dell'economista. Il genere umano ha sempre stupito per la sua capacità di risollevarsi dalle avversità, ma solo quando ha compreso l'imminenza della tragedia. Ecco, ora siamo proprio nei pressi di una tragedia imminente; è arrivato, dunque, il momento di lasciare ogni indugio e prendere in mano il destino dell'umanità che si realizza solo attraverso la salvaguardia del Pianeta che ci ospita. Ricordo che è l'unico in grado di farlo, nel nostro sistema solare; senza la terra non c'è umanità, questo è un fatto. La questione del cambiamento climatico e della crisi ambientale in generale rappresenta uno dei problemi più urgenti e complessi che l'umanità deve affrontare. La situazione attuale è critica e richiede un impegno urgente e coordinato da parte di governi, istituzioni, imprese e individui per invertire la rotta e salvare il pianeta dai flagelli dell'uomo. Come ho detto, nonostante la situazione sia difficile, è ancora possibile fare la differenza e adottare politiche e azioni efficaci per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere l'ambiente. Ci sono molte tecnologie e soluzioni innovative disponibili per ridurre le emissioni di gas serra, promuovere l'efficienza energetica, incentivare l'uso di fonti rinnovabili, gestire in modo sostenibile le risorse naturali e promuovere l'economia circolare.
«Quali sono, secondo lei, i passi più urgenti da compiere per salvare il nostro pianeta, e di conseguenza anche la razza umana?»
Le cose fattibili sono molte ma certamente non si può prescindere da alcuni degli interventi più importanti come:
Ridurre le emissioni di gas serra per limitare l'innalzamento della temperatura globale a livelli accettabili. Ciò richiede un impegno globale per adottare fonti energetiche rinnovabili, migliorare l'efficienza energetica, promuovere la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni causate dall'agricoltura e dall'industria.
Proteggere la biodiversità e la salute degli ecosistemi del nostro pianeta. Ciò richiede una gestione sostenibile delle risorse naturali, la protezione delle foreste e delle zone umide, e l'adozione di pratiche agricole e di pesca sostenibili.
Promuovere e adottare un approccio più circolare all'economia, promuovendo il riutilizzo, il riciclo e la riduzione dei rifiuti. Ciò richiede l'adozione di tecnologie e pratiche innovative, insieme a una maggiore sensibilizzazione e consapevolezza sul tema.
Investire in ricerca e sviluppo per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni sostenibili. Ciò richiede un impegno da parte di governi, istituzioni, imprese e singoli individui per promuovere l'innovazione e la ricerca.
Promuovere una cultura volta al rispetto dell'ambiente e della sostenibilità, sensibilizzando le persone sull'importanza della protezione dell'ambiente e sulle azioni che possono compiere per ridurre il proprio impatto sull'ambiente.
Potremmo chiamare questi cinque interventi “I fantastici 5”: super eroi in grado di salvare l'umanità.
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«Ci presenta il suo saggio, giunto alla seconda edizione, “Management ed economia dell'ambiente per lo sviluppo sostenibile”? Benché sia un'opera di carattere divulgativo, sono trattate anche tematiche complesse come, ad esempio, gli strumenti manageriali per la gestione ambientale. È quindi un testo rivolto solo agli addetti ai lavori e agli studenti universitari in materie economiche, o può essere approcciato anche dal semplice lettore curioso?»
Il testo può essere approcciato anche da un lettore curioso che vuole sapere qualcosa in più sullo sviluppo sostenibile e sull'economia ambientale. Il testo offre un'ampia panoramica sui principi fondamentali dell'economia ambientale, includendo la valutazione economica dell'ambiente e degli impatti ambientali, la gestione delle risorse naturali, i mercati delle emissioni, la politica ambientale e le questioni di sviluppo sostenibile. Inoltre, il testo si concentra anche sulle politiche ambientali e sui loro effetti sulle economie nazionali e sul benessere delle popolazioni. Nell'opera si esamina anche come il management di una azienda, indipendentemente dalle dimensioni, attraverso specifiche politiche ambientali possa essere fautore di obiettivi di sviluppo sostenibile, che tengano conto delle esigenze economiche, sociali ed ecologiche delle comunità in cui opera. In sintesi, si tratta di un testo accessibile e completo che offre una buona introduzione ai principi dell'economia ambientale e dello sviluppo sostenibile. Il libro è adatto sia per coloro che hanno una conoscenza di base dell'economia, sia per i lettori che sono curiosi di apprendere di più su questi argomenti.
«Nel suo saggio si parla di salvaguardia dell'ambiente e di crescita economica, dimostrando che non siano due concetti antitetici, anzi. Quanto sono interconnesse tra loro queste due importanti tematiche?»
Confermo che la salvaguardia dell'ambiente e la crescita economica non sono assolutamente due concetti antitetici; nei fatti, uno sviluppo economico sostenibile non solo è possibile, ma anche auspicabile. L'approccio della sostenibilità richiede di conciliare la crescita economica con la protezione dell'ambiente e con il benessere delle persone. In questo modo, l'obiettivo è di garantire la disponibilità delle risorse naturali per le generazioni future, senza compromettere la capacità del pianeta di fornire beni e servizi vitali. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario adottare politiche pubbliche che promuovano la sostenibilità ambientale e che incoraggino gli investimenti in tecnologie e processi produttivi più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale. Promozione delle fonti di energia rinnovabile, riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, recupero e il riciclo dei materiali, gestione sostenibile delle risorse idriche e la protezione della biodiversità, etc, possono essere considerate a buon diritto misure a supporto della sostenibilità ambientale. Inoltre, una politica di sviluppo sostenibile può portare benefici anche dal punto di vista economico, ad esempio attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro in settori come l'energia rinnovabile e il riciclo, o attraverso l'incremento della competitività delle imprese grazie all'adozione di tecnologie e processi produttivi innovativi e sostenibili.
In definitiva, la salvaguardia dell'ambiente e la crescita economica richiedono un approccio integrato e sostenibile per garantire la disponibilità delle risorse naturali per le generazioni future e per promuovere il benessere economico delle comunità.
«Il rispetto per l'ambiente può creare le condizioni per lo sviluppo economico di un territorio?»
Sì, il rispetto per l'ambiente può creare le condizioni per lo sviluppo economico di un territorio. Infatti, un'attenzione particolare alla salvaguardia dell'ambiente può essere vista come un elemento chiave per lo sviluppo sostenibile e può portare benefici economici e sociali a lungo termine. Innanzitutto, un ambiente sano può essere considerato un fattore di attrattività per il territorio, favorendo l'insediamento di nuove attività economiche, il turismo e la crescita delle attività locali. È noto ormai a tutti come, ad esempio, l'offerta di parchi e riserve naturali, nonché la presenza di aree protette e di paesaggi naturali di pregio possono rappresentare un vantaggio competitivo per le comunità locali, promuovendo l'incremento del turismo e l'attrazione di investimenti. Inoltre, il rispetto per l'ambiente può portare a una riduzione dei costi legati alla gestione dei rifiuti, alle attività di bonifica, alla prevenzione delle calamità naturali e alla cura della salute delle persone. Ad esempio, l'adozione di tecnologie e processi produttivi a basso impatto ambientale può portare a una riduzione dei costi energetici e di materie prime, incrementando la competitività delle imprese. Infine, una politica di sviluppo sostenibile può portare a una migliore qualità della vita delle comunità locali, attraverso l'offerta di servizi e infrastrutture di qualità, il mantenimento delle attività tradizionali e la promozione di una cultura del rispetto dell'ambiente.
«Un modello economico virtuoso e sostenibile può favorire la tutela dell'ambiente?»
Sì, un modello economico virtuoso e sostenibile può favorire la tutela dell'ambiente. Infatti, un'economia che tenga conto degli aspetti ambientali può portare a un utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse naturali e a una riduzione dell'impatto ambientale delle attività economiche. Un modello economico virtuoso e sostenibile prevede la promozione di tecnologie e processi produttivi a basso impatto ambientale, la riduzione degli sprechi, l'adozione di un approccio a ciclo chiuso per la gestione dei materiali e dei rifiuti, e la promozione di un consumo sostenibile. Inoltre, un modello economico virtuoso e sostenibile può prevedere l'adozione di politiche pubbliche per la tutela dell'ambiente, come la definizione di standard ambientali, la tassazione delle attività ad alto impatto ambientale e la promozione di fonti energetiche rinnovabili. Un'economia virtuosa e sostenibile può portare a una maggiore efficienza energetica, a una riduzione delle emissioni di gas serra e degli inquinanti, alla salvaguardia della biodiversità e delle risorse idriche, e alla prevenzione delle calamità naturali. Inoltre, un'economia virtuosa e sostenibile può essere vantaggiosa anche dal punto di vista economico, portando a una maggiore competitività delle imprese grazie all'adozione di tecnologie e processi produttivi innovativi e sostenibili e alla promozione di un consumo responsabile, favorendo, allo stesso momento, la creazione di posti di lavoro in settori come l'energia rinnovabile, il riciclo e la gestione sostenibile delle risorse.
«Nella sua opera insiste molto, e a ragione, sul concetto di responsabilità: sulla salvaguardia dell'ambiente sono infatti chiamati in causa non solo i governi mondiali ma anche le realtà locali e i singoli individui. Lei parla quindi della necessità impellente di formazione e di consapevolezza: “Affrontare la transizione ecologica con successo necessita di consapevolezza dei temi e delle sfide ambientali che ci attendono e necessita di fondamenti culturali volti alla riduzione degli impatti”. Vuole esprimere le sue considerazioni in merito?»
La salvaguardia dell'ambiente è una responsabilità che coinvolge non solo i governi mondiali, ma anche le realtà locali e i singoli individui. Infatti, la protezione dell'ambiente richiede l'impegno e la collaborazione di tutti i livelli della società. Le realtà locali, ad esempio, hanno un ruolo fondamentale nella protezione dell'ambiente, in quanto sono responsabili della gestione del territorio, dell'urbanizzazione, della gestione dei rifiuti e dell'accesso alle risorse naturali. Le amministrazioni locali possono adottare politiche di sostenibilità ambientale, promuovere la partecipazione e l'educazione ambientale, e incentivare le imprese e i cittadini a ridurre l'impatto ambientale delle loro attività. Ma anche i singoli individui possono fare la loro parte nella salvaguardia dell'ambiente. La promozione di comportamenti sostenibili a livello individuale, come la riduzione dei consumi energetici, il riciclo, l'utilizzo dei mezzi pubblici o della bicicletta, la scelta di prodotti a basso impatto ambientale, possono contribuire, infatti, a ridurre l'impatto ambientale delle attività quotidiane. Da non dimenticare, poi, l'educazione ambientale che può svolgere un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione delle persone sulla necessità di proteggere l'ambiente; l'educazione ambientale può fornire le conoscenze e le competenze necessarie per adottare comportamenti sostenibili a livello individuale e collettivo, e promuovere la partecipazione attiva nella gestione del territorio e nella tutela delle risorse naturali. È chiaro, allora, che in un siffatto scenario, per affrontare la transizione ecologica con successo si rende necessaria non solo una consapevolezza dei temi e delle sfide ambientali che ci attendono, ma anche una forte base culturale volta alla riduzione degli impatti ambientali. La consapevolezza dell'importanza della tutela dell'ambiente deve essere diffusa a tutti i livelli della società, attraverso una comunicazione efficace e una forte base culturale volta alla riduzione degli impatti ambientali. Questo significa promuovere una cultura del rispetto dell'ambiente, che prenda in considerazione le conseguenze delle attività umane sul pianeta e sulle generazioni future, coma abbiamo appena detto. Una cultura del rispetto dell'ambiente può essere promossa, sostanzialmente, attraverso l'educazione ambientale, l'informazione sui temi ambientali, la promozione di stili di vita sostenibili, l'adozione di politiche pubbliche a supporto della sostenibilità ambientale e la collaborazione tra i vari attori della società, tra cui i governi, le imprese e le organizzazioni non governative.
«Per giungere a un efficiente sistema ecosostenibile, si deve risolvere una volta per tutte il dilemma sfruttamento/conservazione, che viene esplicitato nel suo saggio attraverso la comparazione tra il tradizionale e fallimentare modello economico lineare e il più sostenibile modello economico circolare. Vuole parlarcene?»
Il dilemma esistente tuttora tra sfruttamento e conservazione delle risorse naturali riguarda l'equilibrio tra l'utilizzo di risorse naturali per soddisfare le esigenze dell'economia e della società, e la conservazione delle stesse per garantire la disponibilità delle risorse per le future generazioni e per la protezione dell'ambiente, come sancito nel documento del 1987 noto come: Rapporto Brundtland. In questo senso, il tradizionale modello economico lineare basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e sulla produzione di rifiuti, si è dimostrato inefficace e dannoso per l'ambiente e per il benessere delle persone. Al contrario, il modello economico circolare si basa sulla riduzione degli sprechi, sull'utilizzo efficiente delle risorse e sulla promozione del riciclo e del recupero delle materie prime. In questo modo, il modello circolare promuove la conservazione delle risorse naturali, riducendo l'impatto ambientale delle attività economiche. Il modello circolare si basa, semplice ma pregnante intuizione, sull'idea di creare un sistema chiuso, in cui i materiali e le risorse sono mantenuti in circolazione il più a lungo possibile, attraverso l'adozione di processi produttivi sostenibili e il riciclo dei prodotti a fine vita. In questo modo, si riduce l'estrazione di nuove risorse naturali e si riducono i rifiuti e le emissioni inquinanti. Il modello economico circolare promuove anche l'adozione di nuove tecnologie e processi produttivi, basati sull'efficienza energetica, l'uso di fonti energetiche rinnovabili e la riduzione delle emissioni inquinanti. Certo il cammino è lungo e irto di ostacoli, naturalmente, ma ogni rivoluzione necessita di un primo passo e la nostra generazione questo passo lo sta compiendo, anche se, ripeto, con grande difficoltà ma anche con la certezza che siamo ad una svolta epocale, un po' come fu per la rivoluzione di Internet e il Word Wide Web.
«Un altro argomento molto interessante che lei tratta nella sua opera è il Piano di ripresa e resilienza (PNRR), focalizzandosi sulla parte dedicata alla transizione ecologica e alla rivoluzione verde, alle quali sono destinate le risorse più consistenti del Piano. Quali sono gli obiettivi e le tempistiche di questa apprezzabile iniziativa governativa?»
È complicato rispondere in questo momento a questa domanda, in quanto il governo italiano sta negoziando con l'Europa nuove tempistiche. È chiaro che il PNRR è strategico per il nostro Paese in termini di ripresa economica, miglioramento ambientale e coesione sociale in quanto esso prevede un insieme di interventi e investimenti mirati proprio a sostenere la ripresa economica, a creare nuovi posti di lavoro, a promuovere la transizione ecologica e digitale, e, infine a rafforzare il sistema sanitario. Si tratta di investimenti enormi pari a 248 miliardi di euro, di cui 191,5 miliardi finanziati con risorse europee e il resto con risorse nazionali. Il piano è suddiviso in sei macro aree di intervento, tra cui la transizione ecologica che prevede l'implementazione di una serie di progetti e interventi a livello nazionale, regionale e locale, con l'obiettivo di raggiungere una serie di obiettivi specifici come: riduzione delle emissioni di gas serra, promozione dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, riqualificazione energetica degli edifici, promozione della mobilità sostenibile, gestione sostenibile dei rifiuti e promozione dell'economia circolare. In particolare, il PNRR prevede un investimento di 47,9 miliardi di euro nella transizione ecologica, che rappresenta il 25% del totale degli investimenti previsti dal piano. L'obiettivo finale è quello di rendere l'Italia un paese più sostenibile e resiliente, in grado di affrontare le sfide ambientali del futuro e di garantire una migliore qualità della vita per i cittadini. La transizione ecologica rappresenta un'opportunità per l'Italia di promuovere l'innovazione, la competitività e la creazione di nuovi posti di lavoro, attraverso l'adozione di soluzioni a basso impatto ambientale e la promozione di una cultura del rispetto dell'ambiente.
«Tra le azioni principali da attuare per favorire uno sviluppo sostenibile lei annovera la lotta alla corruzione, a cui dedica una parte del suo lavoro presiedendo vari Organismi di Vigilanza per il rispetto della normativa anticorruzione. Dalla sua opera: “La corruzione non ha confini, è un peso che frena lo sviluppo economico e impoverisce i Paesi sotto ogni aspetto: ambientale, culturale, morale ed economico [...> La corruzione distrugge il passato, avvelena il presente e ruba la speranza di futuro dei Popoli”. Qual è la situazione attuale in Italia in merito a questa piaga sociale?»
La corruzione è un fenomeno complesso e molti pervasivo; si infiltra nei gangli vitali di ogni Paese, avvelenando lo sviluppo e uìla giustizia sociale. Non si tratat solo di questioni morali, che pur hanno il loro peso, ma di questioni economiche e di sviluppo. Un paese reputato corrotto non è un paese appetibile in termini di investimenti che sono, come è noto, la piattaforma di ogni sviluppo economico. Nonostante gli sforzi degli ultimi anni per contrastare la corruzione, la situazione attuale in Italia è ancora preoccupante. Secondo l'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2021, stilato da Transparency International, l'Italia si posiziona al 52esimo posto su 180 paesi analizzati, con un punteggio di 53 su 100 (dove 0 indica un alto livello di corruzione e 100 un basso livello di corruzione). L'Italia si trova quindi in una posizione non soddisfacente rispetto ad altri paesi europei e a molti paesi dell'Europa orientale. In Italia, la corruzione è presente in diversi settori, tra cui la pubblica amministrazione, la politica, il mondo degli affari, la sanità e il sistema giudiziario; essa assume diverse forme, come la corruzione passiva (accettare tangenti), la corruzione attiva (offrire tangenti), il traffico di influenze e il nepotismo. C'è anche da dire che la sensibilità al fenomeno è nota e questa è una buona notizia; per contrastare la corruzione, infatti, negli anni sono state poste in campo diverse misure; si pensi, ad esempio, alla legge sulla trasparenza, a quella sulla responsabilità amministrativa delle imprese, alla legge anticorruzione nel pubblico impiego e, infine, alla legge sulla protezione dei whistleblower. Tuttavia, nonostante gli sforzi delle autorità italiane, la corruzione continua ad essere un problema diffuso e difficile da contrastare che richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e della società civile per essere affrontata e debellata. Non ci si può fermare nella lotta, altrimenti si viene facilmente sconfitti.
«Nella dedica in apertura all'opera lei parla dello stretto legame che unisce l'umanità all'ambiente, chiedendo di averne massima cura. Dal suo saggio: “Abbiamo assistito, negli anni, anche con stupore ed incredulità, ad incendi di grandissime proporzioni, tempeste, cambiamenti climatici repentini ed epocali, frantumazioni di intere aree del pianeta, pestilenze, etc. Spesso abbiamo assistito a tali scenari apocalittici con impotenza e rabbia. Questi episodi, che si verificano sempre con più frequenza, ci rendono plasticamente il concetto di fragilità dell'uomo nei confronti della natura che, spesso e per lungo tempo, è stata troppo benevola”. C'è ancora tempo per invertire la rotta, o è ormai troppo tardi?»
Io sono un inguaribile ottimista, ma lo sono per necessità. Se non credessi al cambiamento migliorativo adottabile dagli uomini non potrei fare il mestiere dell'economista. Il genere umano ha sempre stupito per la sua capacità di risollevarsi dalle avversità, ma solo quando ha compreso l'imminenza della tragedia. Ecco, ora siamo proprio nei pressi di una tragedia imminente; è arrivato, dunque, il momento di lasciare ogni indugio e prendere in mano il destino dell'umanità che si realizza solo attraverso la salvaguardia del Pianeta che ci ospita. Ricordo che è l'unico in grado di farlo, nel nostro sistema solare; senza la terra non c'è umanità, questo è un fatto. La questione del cambiamento climatico e della crisi ambientale in generale rappresenta uno dei problemi più urgenti e complessi che l'umanità deve affrontare. La situazione attuale è critica e richiede un impegno urgente e coordinato da parte di governi, istituzioni, imprese e individui per invertire la rotta e salvare il pianeta dai flagelli dell'uomo. Come ho detto, nonostante la situazione sia difficile, è ancora possibile fare la differenza e adottare politiche e azioni efficaci per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere l'ambiente. Ci sono molte tecnologie e soluzioni innovative disponibili per ridurre le emissioni di gas serra, promuovere l'efficienza energetica, incentivare l'uso di fonti rinnovabili, gestire in modo sostenibile le risorse naturali e promuovere l'economia circolare.
«Quali sono, secondo lei, i passi più urgenti da compiere per salvare il nostro pianeta, e di conseguenza anche la razza umana?»
Le cose fattibili sono molte ma certamente non si può prescindere da alcuni degli interventi più importanti come:
Ridurre le emissioni di gas serra per limitare l'innalzamento della temperatura globale a livelli accettabili. Ciò richiede un impegno globale per adottare fonti energetiche rinnovabili, migliorare l'efficienza energetica, promuovere la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni causate dall'agricoltura e dall'industria.
Proteggere la biodiversità e la salute degli ecosistemi del nostro pianeta. Ciò richiede una gestione sostenibile delle risorse naturali, la protezione delle foreste e delle zone umide, e l'adozione di pratiche agricole e di pesca sostenibili.
Promuovere e adottare un approccio più circolare all'economia, promuovendo il riutilizzo, il riciclo e la riduzione dei rifiuti. Ciò richiede l'adozione di tecnologie e pratiche innovative, insieme a una maggiore sensibilizzazione e consapevolezza sul tema.
Investire in ricerca e sviluppo per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni sostenibili. Ciò richiede un impegno da parte di governi, istituzioni, imprese e singoli individui per promuovere l'innovazione e la ricerca.
Promuovere una cultura volta al rispetto dell'ambiente e della sostenibilità, sensibilizzando le persone sull'importanza della protezione dell'ambiente e sulle azioni che possono compiere per ridurre il proprio impatto sull'ambiente.
Potremmo chiamare questi cinque interventi “I fantastici 5”: super eroi in grado di salvare l'umanità.
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