Nightguide intervista i Malasuerte Firenze Sud.

Nightguide intervista i Malasuerte Firenze Sud.


“BRUCERA' PER TE “è il titolo del nuovo graffiante disco dei Malasuerte Firenze Sud.
La storica band fiorentina torna prepotentemente alla ribalta con questo album che sancisce il loro ventesimo anno di attività. Un lavoro registrato in presa diretta su nastro al Kapow vintage studio di Firenze, missato dalle esperte mani di Lorenzo Santi.
Migrazioni, inquinamento globale, repressione delle classi sociali più povere, questi i temi trattati dai MLS, ma anche amore, passione e lotta, in un vortice travolgente di sonorità skapunkrock che lasciano senza fiato chi le ascolta. Undici tracce che gridano a tutti l'assoluta necessità di invertire la tendenza al consumo sfrenato senza, se vogliamo che ci sia un futuro vivibile per tutti.
Un disco che mira alla coscienza di ognuno di noi senza lasciare scampo alle interpretazioni.
Li abbiamo intervistati.

“BRUCERA' PER TE “è il titolo del vostro nuovo disco: che messaggi volete portare avanti con questo lavoro?
 
I temi sono quelli che viviamo e sentiamo vicini nel nostro quotidiano. Giustizia sociale, valore del tempo e del lavoro, diritti umani, antifascismo, repressione.

 
È il vostro ventesimo anno di attività: cosa è cambiato oggi rispetto agli albori della vostra carriera?
È cambiato tutto. Basti pensare a quanto, nel bene e nel male, la rete ed i social media abbiano trasformato le dinamiche sociali e di fruizione e diffusione delle informazioni, in senso generale. Noi siamo cambiati, siamo cresciuti e non solo musicalmente, abbiamo acquisito esperienze.

 
Il brano cui siete più legati emotivamente?
Probabilmente non c'è un brano specifico. La scrittura e la produzione sono un lavoro veramente di gruppo. Ognuno di noi contribuisce senza un ruolo predefinito a comporre ed arrangiare i pezzi, quindi c'è un po' di ognuno in tutti i pezzi.

 
E quello che amate più suonare dal vivo?
Anche qui ci sentiamo di rispondere che non c'è un brano singolo. Ci sono, ovviamente, brani a cui il pubblico reagisce in maniera più esplosiva e più coinvolgente, e questa energia carica anche noi che siamo sul palco, ma in generale ci resta sempre difficile fare la selezione per la scaletta...

 
C'è ancora spazio per lo ska nel nostro Paese?
Crediamo che ce ne sia come dovrebbe essercene per qualsiasi genere. La logica per cui si livella la produzione musicale e più in generale culturale a favore di quella che è la moda del momento non ci appartiene e, onestamente, pensiamo non porti buona linfa. Molti giovani artisti si preoccupano di produrre cose seguendo lo stile predominante (pensiamo ai tantissimi rappers nati negli ultimi anni) programmando e pianificando i progetti a tavolino piuttosto che cercando di seguire quello che il loro istinto li porterebbe ad esplorare. In queste scelte manca spesso il coraggio e la curiosità e la musica viene usata come fine piuttosto che come mezzo per veicolare un'esigenza.

 
Trattate, con stimabile coraggio, temi molto delicati: può bastare la musica a far capire ai giovani l'importanza della lotta sociale?
No, non può bastare. Come non sarebbe bastata nei movimenti pacifisti degli anni '60 o nelle lotte sociali degli anni '70 italiani. Sono processi culturali ai quali la musica può, secondo noi deve, dare un contributo, essere presente, stimolare domande piuttosto che dare risposte.

 
Quali sono gli artisti che stimate di più?
Manonegra, The Clash, Ska-P e Rage Against The Machine sono sicuramente gli artisti che più ci hanno influenzato sia musicalmente che per le loro biografie personali.

 
Il palco dei vostri sogni?
In vent'anni abbiamo suonato nelle situazioni più disparate, situazioni arrangiate in piccoli posti carichi di energia e voglia di fare, davanti a 30 scalmanati o situazioni di piazza davanti a migliaia di spettatori. Ovunque ci venga dato spazio e possibilità di esprimerci al meglio e liberamente, quello è il nostro palco.

 
Prossimi progetti?
Portare dal vivo questo disco e la nostra musica in più posti possibile, in Italia e all'estero.



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