Nightguide intervista i Dunk
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19/01/2018 | leslie-fadlon
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DUNK è la super band nata dall'incontro tra i fratelli Ettore e Marco Giuradei, protagonisti del mondo indie bresciano, Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi e O.R.K..
Le nuove liriche di Ettore si sposano con una batteria corposa e materica, giri di chitarra che regalano sfumature inedite, tastiere che intessono la struttura profonda dei brani.
DUNK è ricerca di una forma, è lasciarsi alle spalle la canzone, è avanzare verso un'opera, dentro la meraviglia.
Il loro disco è stato anticipato da due video e singoli: “E' Altro” e “Noi non siamo”..noi li abbiamo intervistati.
Come nasce il progetto DUNK?
Io (Marco) ho conosciuto Luca Ferrari a Bergamo, durante un concerto del progetto mio e di mio fratello Ettore (I Giuradei, appunto). Ci siamo subito trovati in sintonia, quindi abbiamo deciso di trovarci in sala prove e divertirci ad improvvisare un po'.
Nello stesso periodo, Ettore stava scrivendo dei nuovi brani chitarra e voce: è stato naturale cercare di coinvolgerlo in quello che stava nascendo con Luca.
Carmelo, che tutti e 3 conoscevamo da tempo, un giorno è venuto a trovarci in studio: anche in questo caso, trattandosi di un musicista eccezionale, la collaborazione è scaturita in maniera molto semplice e spontanea!
Cosa significa il nome della band?
Come spesso succede, dare un nome ad un progetto musicale non si è rivelato affatto semplice! Ad un certo punto, stremati dalla miriade di idee, ci è sembrata una pensata divertente identificare la band con fantomatico "Dio Punk" che, alla fine, abbiamo abbreviato in Dunk.
Il vostro primo, omonimo, disco contiene 11 inediti: come sono andati i lavori di composizione e registrazione?
Molto bene, ci siamo divertiti e abbiamo trovato un equilibrio perfetto.
Può sembrare un racconto da “perfetta famiglia del Mulino Bianco" ma, vista la stima reciproca, ognuno ha ascoltato i suggerimenti degli altri e il lavoro è nato da sè: siamo sempre stati in sintonia ed è stato fantastico!
A livello tecnico, come dicevo, i pezzi sono nati quasi tutti da Ettore in versione chitarra e voce: poi, provandoli insieme, abbiamo deciso come modellarli e arragiarli. Diciamo che è stato un lavoro corale!
A quale di questi pezzi vi sentite più legati?
Sicuramente a Spino e Stradina!
Personalmente -ma credo siano d'accordo anche gli altri- ti direi soprattutto a Spino: un momento di pura schizofrenia pop... Ascoltare per credere!
Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
Siamo 4 personaggi decisamente eclettici: ognuno di noi ha riferimenti e suggestioni molto personali. Sicuramente, ad unirci c'è un grande amore del rock alternativo italiano: i nomi principali possono essere Verdena, Marta sui tubi, Afterhours, Marlene
Insomma, tutta quella scena che poi si è evoluta in quello che oggi è comunemente chiamato "Indie".
Il 9 febbraio prenderà avvio il tour legato al disco: cosa possiamo aspettarci sul palco?
Una gran voglia di suonare e parecchie chicche inedite condite da break psichedelici: sicuramente il concerto durerà il doppio del disco!
Siamo tutti e 4 musicisti "da live": suonare davanti ad un pubblico ci diverte e ci gratifica... Non vediamo l'ora di tornare sul palco per liberare davvero l'energia che, finora, è rimasta chiusa in studio!
Le nuove liriche di Ettore si sposano con una batteria corposa e materica, giri di chitarra che regalano sfumature inedite, tastiere che intessono la struttura profonda dei brani.
DUNK è ricerca di una forma, è lasciarsi alle spalle la canzone, è avanzare verso un'opera, dentro la meraviglia.
Il loro disco è stato anticipato da due video e singoli: “E' Altro” e “Noi non siamo”..noi li abbiamo intervistati.
Come nasce il progetto DUNK?
Io (Marco) ho conosciuto Luca Ferrari a Bergamo, durante un concerto del progetto mio e di mio fratello Ettore (I Giuradei, appunto). Ci siamo subito trovati in sintonia, quindi abbiamo deciso di trovarci in sala prove e divertirci ad improvvisare un po'.
Nello stesso periodo, Ettore stava scrivendo dei nuovi brani chitarra e voce: è stato naturale cercare di coinvolgerlo in quello che stava nascendo con Luca.
Carmelo, che tutti e 3 conoscevamo da tempo, un giorno è venuto a trovarci in studio: anche in questo caso, trattandosi di un musicista eccezionale, la collaborazione è scaturita in maniera molto semplice e spontanea!
Cosa significa il nome della band?
Come spesso succede, dare un nome ad un progetto musicale non si è rivelato affatto semplice! Ad un certo punto, stremati dalla miriade di idee, ci è sembrata una pensata divertente identificare la band con fantomatico "Dio Punk" che, alla fine, abbiamo abbreviato in Dunk.
Il vostro primo, omonimo, disco contiene 11 inediti: come sono andati i lavori di composizione e registrazione?
Molto bene, ci siamo divertiti e abbiamo trovato un equilibrio perfetto.
Può sembrare un racconto da “perfetta famiglia del Mulino Bianco" ma, vista la stima reciproca, ognuno ha ascoltato i suggerimenti degli altri e il lavoro è nato da sè: siamo sempre stati in sintonia ed è stato fantastico!
A livello tecnico, come dicevo, i pezzi sono nati quasi tutti da Ettore in versione chitarra e voce: poi, provandoli insieme, abbiamo deciso come modellarli e arragiarli. Diciamo che è stato un lavoro corale!
A quale di questi pezzi vi sentite più legati?
Sicuramente a Spino e Stradina!
Personalmente -ma credo siano d'accordo anche gli altri- ti direi soprattutto a Spino: un momento di pura schizofrenia pop... Ascoltare per credere!
Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
Siamo 4 personaggi decisamente eclettici: ognuno di noi ha riferimenti e suggestioni molto personali. Sicuramente, ad unirci c'è un grande amore del rock alternativo italiano: i nomi principali possono essere Verdena, Marta sui tubi, Afterhours, Marlene
Insomma, tutta quella scena che poi si è evoluta in quello che oggi è comunemente chiamato "Indie".
Il 9 febbraio prenderà avvio il tour legato al disco: cosa possiamo aspettarci sul palco?
Una gran voglia di suonare e parecchie chicche inedite condite da break psichedelici: sicuramente il concerto durerà il doppio del disco!
Siamo tutti e 4 musicisti "da live": suonare davanti ad un pubblico ci diverte e ci gratifica... Non vediamo l'ora di tornare sul palco per liberare davvero l'energia che, finora, è rimasta chiusa in studio!
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