Nightguide intervista i Volbeat

Nightguide intervista i Volbeat


I Volbeat, band danese dotata di una potenza più unica che rara, sono tornati in Italia per un live in apertura dei Guns N'Roses alla Visarno arena, per il Firenze Rocks Festival. Seal the deal&Let's Boogie è il loro ultimo disco e dal vivo suona, testuali parole del mio compagno di concerti “come se qualcuno ti stesse piantando un martello pneumatico contro la cassa toracica”. I Volbeat fondono rockabilly e metal, tanto che alcuni hanno creato la definizione metal billy a posta per loro. Abbiamo parlato con il batterista della band Jon Larsen, Mr. Beat, del concerto, videogame, musica, del disco...e di Pokemon.





Ok, c'è una domanda che ti devo fare perché ho un nipotino che ama i Pokemon, e quando ha sentito che avrei intervistato qualcuno dei Volbeat mi ha chiesto: Volbeat come il Pokemon?  
Diciamo si e no: il nome viene da un disco dei Dominos, che in realtà si chiamava Vol. Beat: noi abbiamo solo tolto il punto e il nome è diventato quello. Un giorno uno di noi stava lavorando come insegnante in una scuola pubblica, e uno dei bambini ha iniziato a ridere “Ha! La tua band ha il nome di un Pokemon!”  E lui ha risposto “Zitto, stupido bambino!” Però poi siamo andati a vedere e si, è vero: c'è un Pokemon che si chiama Volbeat!
Anche perché stavo cercando altre informazioni su di voi, e una delle prime cose che mi è saltata fuori è stato questo...
Piccolo stupido cosino blu e grasso.
Si, e con le ali. Mi pare.
No, non mi pare le abbia.
Ah, quindi lo hai studiato un po'!
Si. In realtà c'è qualcuno che mi ha dato l'action figure del Pokemon. E' pure un Pokemon debole! (ride)


Ok, torniamo seri per un po': come sta andando qui al Firenze Rocks, per ora?
Non abbiamo visto molto in realtà, siamo qui (nel backstage) da quando siamo arrivati. Ci stiamo rilassando e stiamo aspettando il nostro turno per fare rumore. Ma è carino, il tempo è buono, non fa così caldo come credevamo...abbiamo la macchinetta del caffè e pure un videogame a disposizione! (ride)
Oddio, ma è Pacman!
Esatto, sto aspettando il mio turno per andare a giocare! (ride)


Qualche giorno fa ho parlato coi Powerwolf, e mi hanno detto che credono che voi, e altre band come i Five fingers death punch, abbiate aperto le porte per portare nuovi fan nel mondo del metal, ragazzi giovani. Tu che ne pensi?
Credo siano aspettative davvero alte: forse si, forse no. Voglio dire: la scena metal non morirà mai, avrà su e giù come tutte le altre scene. Se abbiamo qualcosa a che fare con questo è grandioso, ma io continuo a vedere in giro tutte le vecchie, grandi band; voglio dire, ci sono i Metallica, Slayer, Anthrax. Se abbiamo combinato qualcosa anche noi...mi dispiace davvero (ride).
In realtà nella mia città c'è una scuola dove insegnano rock ai bambini, fra gli 8 e i 12 anni circa, e uno dei maestri mi ha raccontato che uno dei loro allievi vi stava ascoltando in cuffia a tutto volume.
Quindi magari i Powerwolf avevano ragione?
Oh, wow. Lo dirà il tempo: non riesco a rispondere a questa domanda, ma ne sono felice.


Ok, siete stati la prima band heavy metal a guadagnare il primo posto nella classifica danese, mi pare nel 2007.
Si, mi pare di si. Forse qualche anno prima? Ma si, forse lo siamo stati.
Come vi siete sentiti? Perchè è difficile per una band metal arrivare a quella posizione.
Oh, si. Credo che la parola giusta sia orgogliosi. Mi ricordo quando abbiamo iniziato e Michael stava spedendo il demo praticamente ovunque: un sacco tornarono indietro con risposte del tipo “si, è roba buona, ma non so bene cosa farmene. Cosa siete? Siete metal? Siete punk?” Voglio dire, noi facciamo musica e basta. Quando abbiamo fatto uscire il primo disco ci hanno detto “va bene, se avrete fortuna potreste vendere qualche migliaio di copie”, e noi abbiamo pensato: ma dai! Alla fine ne abbiamo vendute decine di migliaia, e quando i discografici sono tornati da noi ci hanno chiesto di editare le canzoni. Non gli piaceva che l'accordatura fosse così bassa, per esempio, o ci hanno detto che il nostro genere era poco approcciabile, ci hanno detto di ammorbidirci, e noi abbiamo riposo “Fottiti, non ci pensiamo nemmeno!”. E alla fine la nostra musica ha preso il volo per davvero: perchè? Non ne ho idea! Forse è una questione di momento giusto, non lo so, ma ci siamo sentiti davvero orgogliosi, perchè tutti ci avevano detto che non avrebbe funzionato, e invece ha funzionato!
Un po' come quando le etichette dissero ai Beatles che le chitarre erano fuori moda.
Esatto! Gli dissero che non sarebbero andati da nessuna parte. In realtà sono andati un po' ovunque alla fine (ride).


Ok, siete in Italia perchè non avete girato l'Italia con questo disco.
E' vero, forse un paio di anni fa a un festival, ma in effetti non credo che ci siamo stati. Paesi come Spagna e Italia sono sempre stati difficili per noi, per suonare. Ci abbiamo suonato, ovviamente, ma sempre in posti e festival molto piccoli.
Come mai? Il mercato, o cosa?
Forse il mercato, forse...non lo so. Forse per quanto riguarda la musica il sud dell'Europa è diverso dal nord. 
In effetti l'Italia ha parecchie band metal valide, ma non trovano sbocchi in questo paese.
Forse è anche per quello ma sai, ora siamo qui, vediamo cosa succede. In ogni caso torneremo sicuramente.


Le ultime due domande, e so già che mi odierai per questa, ma quali sono i tuoi tre dischi preferiti in assoluto?
Oh, Gesù. Uno sarà sempre Kings of the wild frontier di Adam Ants. Sono un fan sfegatato. E' uno di quegli album che mi porterei sulla famosa isola deserta. Se potessi portarci solo una cosa, quale sarebbe? Quel disco.
Ti servirebbe anche uno stereo.
Oh, si. Buona idea. Poi direi...probabilmente The Wall dei pink Floyd...e forse...Death or glory dei Running Wild. 


Ultima cosa: hai qualche consiglio per chi inizia una band adesso?
Si, non fatelo: costa troppo! (ride) No, voglio dire: fatelo, mettete su una band, registrate la vostra musica, girate il mondo! Mettete su una band, credete in quello che fate e fregatevene di cosa pensano gli altri. Work hard. Play hard. E' quello che abbiamo fatto noi: non ci credeva nessuno, e pure siamo qui. Puoi odiarci o amarci, ma siamo qui comunque. 


Oh. Qualcuno ti ha fregato Pacman.
Maledizione.
 
 
 
 

interviste, nuclear blast, volbeat

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