DJ ALADYN FT. SATURNINO & BUNNA: OGGI FUORI IL VIDEO DI 'WHEN I LOOK INTO YOUR EYES' DAL NUOVO ALBUM 'SPECTROPIA'. L'INTERVISTA

DJ ALADYN FT. SATURNINO & BUNNA: OGGI FUORI IL VIDEO DI 'WHEN I LOOK INTO YOUR EYES' DAL NUOVO ALBUM 'SPECTROPIA'. L'INTERVISTA


Sono passati cinque anni dal tuo ultimo lavoro discografico, colonna sonora di una graphic novel. Al netto della pandemia e del tuo impegno in radio, come hai impiegato maggiormente il tuo tempo? Dentro il tuo studio di registrazione o in giro per dj set?
Non c'è un tempo prefissato per l'uscita di un nuovo lavoro. Secondo me gli album devono avere un loro un tempo di maturazione perché raccontano l'evoluzione di un percorso. Dal 2017 a oggi, però, sono usciti sei singoli: due nel 2018 (Short Waves feat. Dj Myke & Dj Drops e Il Futuro Anni Fa feat. Diego Mancino) uno nel 2020 (Vibrations feat. Awa Fall) e tre nel 2021 (Paradise Lost feat. MEUS, Summer Nights feat. Raphael e Hip-House feat. Saturnino, The Craft & Tori Jae).
 
In questi 5 anni ho lavorato tra radio e dj set live, ma mi sono dedicato tanto soprattutto alla realizzazione del nuovo album che uscirà nel 2023. Durante il periodo della pandemia, poi, ho approfittato del tempo che avevo per dedicarmi maggiormente a questa nuova produzione. Sono riuscito a fare proprio quello che desideravo, senza seguire le mode ma guardando al mio percorso musicale.
Nel tuo album ci sono tanti nomi illustri, a partire già dal singolo con Saturnino e Bunna. Com'è nata la vostra collaborazione? Avevate già lavorato insieme o è la prima volta?
Ho conosciuto Saturnino nel 1999, anno della mia prima collaborazione con Jovanotti nel “Capo Horn Tour” dove ero il dj della band. Da lì è nata una bella amicizia che dura ancora oggi e che ha visto tante collaborazioni. Per quanto riguarda Bunna, è la prima volta che lavoriamo insieme. L'idea è venuta proprio a casa di Saturnino durante la pandemia, mentre stavamo registrando la linea di basso del singolo “When I Look Into Your Eyes” (prodotto insieme a Max Bellarosa) che anticipa l'album del 2023. Abbiamo spedito il pezzo a Bunna e grazie alla tecnologia lui ha registrato le voci e le tracce. Inizialmente è stato un lavoro a distanza, poi ci siamo incontrati.
Cosa significa Spectropia e perchè hai deciso di chiamare il tuo album così?
Faccio una premessa: tra le mie passioni c'è anche quella di collezionare libri che parlano di esoterismo, ufologia, fantasmi e tutto ciò che fa parte di questo mondo. Curiosando in giro tra librerie e mercatini ho trovato un libro che risale al 1846 e si chiama proprio Spectropia. Leggendolo ho scoperto che smonta la tesi sull'esistenza dei fantasmi e che tutto è un po' un gioco di illusione. Mi è piaciuta quest'idea di illusione come fil rouge con il mio album del 2012 Fili Invisibili. Quasi come a voler indicare una sorta di evoluzione del mio percorso.
 
Sei un dj storico della scena italiana del turntablism. Oggi è più facile approcciarsi a quest'arte grazie alla tecnologia o serve la stessa dose di talento di vent'anni fa?
Diciamo che sono cambiati i mezzi e oggi è sicuramente più semplice rispetto a trent'anni fa quando, per imparare quest'arte, dovevi andare nei locali a sentire i dj, vedere dal vivo delle gare o comprare vhs dei campionati mondiali DMC. Oggi con YouTube c'è un mondo a disposizione per imparare. E anche velocemente. Ti viene insegnato come fare certe cose, qualche trucco, e molti passaggi diventano chiari. Ma comunque alla base serve una dose di talento. Oggi si impiega molto meno tempo per imparare determinate tecniche grazie ai tanti tutorial in rete, ma quando ho iniziato io dovevi guardare un vhs tante ma tante volte per capire cosa stesse facendo il dj.
 
 
5. L'hip hop è parte della tua cultura musicale. Nell'album c'è DJ Gruff: vuoi dirci qualcosa in più su questa collaborazione?
Il brano che ho realizzato con Gruff si chiama “Scratch”. Tempo fa stavo lavorando su questo pezzo e mi è venuta l'idea di campionare la sua voce presa da un'intervista dove Gruff parlava di scratch, perché volevo proprio fare un pezzo dove un pioniere come lui parlasse di quest'arte. L'ho contattato tramite social, gli ho mandato il pezzo per un pre ascolto e gli è piaciuto. Si è messo subito al lavoro, mi ha fatto avere i suoi scratch e anche in questo caso si è instaurata una collaborazione a distanza. Poi ci siamo incontrati di persona, abbiamo passato un po' di ore in studio ed è nata una bella amicizia.
 
6. Nightguide è molto attento alla scena dei club e dei concerti dal vivo. C'è un aneddoto legato a un club/discoteca di Milano, del presente o del passato, che ti ha reso orgoglioso della città in cui vivi?
Gli anedotti sono tanti. Ve ne racconto qualcuno che mi ha visto protagonista da entrambi i lati della staccionata. Una volta andai come cliente al “Rainbow” di Milano. Era il 1996 e ad esibirsi erano gli “Invisible Skratch Piklz” MixMaster Mike, Qbert & Shortkut. Fecero una performance incredibile tanto che riuscirono a cambiare la mia visione dello scratch e a influenzarmi moltissimo nel mio percorso.
 
Da quando sono un dj, di serate ne ho fatte tantissime. Tra quelle che mi sono rimaste più dentro in questi anni, ci sono sicuramente la serata al “Tunnel” di Milano prima del live di Dj Krush (storico dj giapponese del mondo Hip Hop), la festa di Radio Deejay al Fabrique con soli vinili per il 33° compleanno, il live “Men In Skratch” al Leoncavallo e al Rolling Stones. Qualche settimana fa ho fatto un live insieme al maestro Bruno Santori e la sua orchestra di 30 elementi, sul mega palco davanti alla stazione Centrale.


            


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