Angus McOg - ’'Beginners’'

Angus McOg - ’'Beginners’'

È arrivato il 24 agosto ''Beginners'', nuovo disco di Angus McOg: nel titolo stesso, che in italiano si traduce ''principiani'', è contenuto il filo conduttore che lega questi brani e alla loro registrazione. L'idea del titolo è stata in qualche modo rubata a Raymond e scelta per denominare un album che giunge a cinque anni di distanza dalla precedente opera dell'autore, ''Arnaut''.
Angus McOg nasce come alter ego di Antonio Tavoni, da Modena. Il progetto prende forma durante le settimane passate in Australia, vivendo a casa di un amico a Sydney nell'estate del 2009. Due anni dopo esce Anorak, il primo album autoprodotto, a cui segue nel 2013 il secondo lavoro Arnaut. Nel frattempo Angus McOg, oltre che in Italia, ha occasione di suonare anche in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, sia da solo, che in trio, con il batterista Lucio Pedrazzi (Faker) e il polistrumentista Daniele Rossi (Gazebo Penguins). Firma le musiche per “Aishiteru My Love”, lungometraggio del regista Stefano Cattini presentato all'edizione 2013 del Festival dei Popoli di Firenze. L'anno successivo Angus McOg viene scelto da Thurston Moore per aprire le date italiane del suo The Best Day tour, all'Alcatraz di Milano e al Teatro dell'Antoniano di Bologna. Collabora quindi insieme a Luca Di Mira (Giardini di Mirò) per la sonorizzazione di “Regen”, cortometraggio del 1929 del regista olandese Joris Ivens. Insieme allo stesso Luca Di Mira e al batterista Nicola Bigi prende forma la nuova formazione che inizia ad arrangiare il materiale per il nuovo album, Beginners, dieci brani che partono dalle radici alt folk per spingersi altrove.
 
*Beginners è il titolo originale della seconda raccolta di racconti di Raymond Carver, prima che questa venisse ampiamente rimaneggiata da parte dell'editor Gordon Lish (che arrivò a eliminare oltre la metà del testo) per poi uscire con il nome di What we talk about when we talk about love (Knopf, 1981; in Italia Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, Garzanti 1987). Dopo un lungo contenzioso con la casa editrice, la poetessa e scrittrice Tess Gallagher, vedova di Carver, riuscì a far dare alle stampe Beginners solo nel 2009, per i tipi di Jonathan Cape (in Italia Principianti, Einaudi, 2009)
Sul comodino accanto al letto, durante la stesura dei brani, in particolare sono rimasti a lungo i poeti inglesi Tony Harrison e Simon Armitage, mentre passando attraverso Michael Stipe, perfino Patti Smith è stata un riferimento in più di un'occasione.
E a lasciare il segno nel tempo sono state sicuramente esperienze e percorsi diversi dell'artista, che ne ha risentito in modo positivo nella costruzione di questo lavoro. Molto è andato proprio nelle liriche, imbastite come appunti di brevi narrazioni attorno all'idea dell'essere in fondo “principianti”, in amore sostanzialmente, che poi significa in realtà esserlo un po' in ogni cosa.
Di sicuro buona parte del lavoro di sedimentazione e maturazione ha riguardato anche la parte più strettamente musicale. Se alla base rimane un songwriting in verità molto classico, d'altro canto i registri e la tavolozza dei colori si sono allargati verso spazi all'apparenza anche piuttosto distanti dall'alt folk, sin qui in larga misura il genere di riferimento di Angus McOg. Così accanto alle chitarre acustiche spesso compaiono i synth, archi e loop di batteria convivono con armonium e arpeggi, code e parti strumentali si sommano a brani portati da basso chitarra e batteria su tre accordi.
Nel sound che scorre lungo questi dieci brani si può ascoltare e immaginare il riferimento legato a nomi come Wilco, The National, Father John Misty, tutti estremamente capaci nell'essere al contempo tremendamente classici e alquanto visionari, in un continuo gioco dentro e fuori dalle forme e dagli stili.
Molto importante il contributo di Luca Di Mira (Giardini di Mirò), che ha contribuito a far confluire nel progetto un discreto bagaglio di sonorità e visioni. E non è forse un caso che questa collaborazione prima che su questo disco sia nata con il lavoro di sonorizzazione a quattro mani sul documentario “Regen” (1929) del regista olandese Joris Ivens. Il senso della narrazione, attraverso le parole, le immagini o la musica, è qualcosa che decisamente muove questo lavoro dalle fondamenta.
 
 
 
 
Link utili
www.angusmcog.com
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