Fulminacci e Canova live a Villa Ada Incontra il Mondo

Fulminacci e Canova live a Villa Ada Incontra il Mondo

Maciste Dischi è senza ombria di dubbio l’etichetta discografica italiana che negli ultimi quattro anni ha lanciato il maggior numero di artisti di successo, senza dare segni di cedimento o anche solo l’impressione di averci lavorato su per diversi anni, come in effetti è stato. In un certo senso, rappresenta un po’ un ritorno alla concezione della vecchia industria musicale: costruirsi un’identità sonora ben definita, fatta dalla somma di tanti progetti diversi, trasmettendo l’idea che ognuno di essi sia stato confezionato in pochissimo tempo e senza troppi sforzi, quasi d’istinto. È questo il motivo per cui sia Fulminacci che i Canova sono riusciti a raggiungere un pubblico ampio in un tempo relativamente breve: sono naturali, immediati e autosufficienti, tanto che se non avessero avuto un’etichetta alle spalle è probabile che sarebbero comunque riusciti ad arrivare in radio. Ma i muscoli di Maciste sono stati un aiuto inestimabile per accelerare il processo e quindi non possiamo che essere riconoscenti del fatto che in Italia esista una realtà di questa portata e professionalità.


I due artisti sopracitati si sono esibiti ieri sera sullo stesso palco a Villa Ada Incontra il Mondo, in un doppio concerto che, nonostante la bravura di entrambi, è risultato un po’ sbilanciato. Fulminacci è apparso all’orario prestabilito davanti ad  un pubblico composto da un contingente relativamente ridotto di fan ancora in città nel mese di luglio, e ha cominciato a suonare, senza troppi convenevoli, i brani tratti dal suo sbalorditivo album di debutto. Purtroppo però, a differenza di altre performance in cui ha dimostrato di saper interpretare al meglio le sue canzoni, ieri sera sembrava un po’ sottotono, tanto che in diverse occasioni ha cantato proprio su un’altra tonalità rispetto ai suoi musicisti e alle basi preregistrate. Probabilmente sentiva poco la sua voce e aveva problemi con i volumi degli altri strumenti nella cassa in spia (considerando anche che ad un certo punto ha chiesto al fonico di abbassare un pochino il basso), ma quale che sia stato il problema, la resa generale del concerto non ha reso giustizia al suo indubbio talento. Comunque, nonostante le imprecisioni e gli intoppi tecnici, erano in tanti a cantare i suoi testi, soprattutto su La Vita Veramente, La Soglia dell’Attenzione e Al Giusto Momento, e hanno accolto con entusiasmo anche due brani ancora inediti: una ballad con citazione di Lucio Dalla ed un brano un po’ in stile Silvestri (come Borghese in Borghese), che dà finalmente voce a tutti gli italiani espatriati o in viaggio all’estero, nostalgici del bidet.


Un’ora dopo, Fulminacci ha lasciato il palco ai Canova, che si sono presi il meritatissimo applauso del pubblico e gli hanno restituito un concerto tecnicamente perfetto. Come lo scultore da cui prendono il nome, in questi quattro anni dal loro debutto discografico sono riusciti a modellare il proprio suono dal vivo rendendolo più efficace di un semplice ascolto su disco. Sulle loro canzoni più amate, come Per Te, Vita Sociale, Manzarek, 14 Sigarette, Portovenere, Goodbye Goodbye, sono stati accompagnati da un coro compatto, euforico ed esaltato, che si è lanciato in un urlo pazzesco quando il gruppo è stato raggiunto da un altro compagno di etichetta, (un non più biondo ossigenato) Gazzelle. Insieme hanno cantato Nmprm, tratta dall’album di debutto del cantautore, Superbattito, prima di lanciarsi in una cover inaspettata di Rolls Royce di Achille Lauro. Dopo di che, senza neanche aspettare la classica richiesta del bis, la band ha risuonato Vita Sociale, e ha chiuso in bellezza questa serata di pura e genuina festa con Threesome. C’è poco altro da aggiungere, se non un augurio che sia Fulminacci che i Canova continuino ad evolvere e raggiungano livelli ancora più alti. E poi, un appello ai Canova: a quando un live album? Perché ci starebbe tutto.


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