NIGHTGUIDE INTERVISTA ZENO
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03/12/2022 | CarolinaElle
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Zeno, cantautore classe '95 senza grandi budget alle spalle, forte della sua forza e della sua totale determinazione, si autoproduce “per legittima difesa”. Ha sempre trovato nelle sue risorse la strada, il percorso, e finalmente c'è un produttore che ha creduto in lui: Antonio Marcucci, già chitarrista dei Tiromancino. Un incontro scritto nel destino. Da un lato un talento in erba, dall'altro un talent scout che investe tempo solo su chi crede, e non perché “deve”. Un incontro che doveva avvenire. Il singolo si intitola Mi hai rapito, ed è il biglietto da visita ideale per conoscere Zeno che confessa di scrivere canzoni come se non dovesse mai ascoltarle nessuno, solo così è certo di «dire la verità». Perché la vita di Zeno si basa sulla verità e questo brano trasuda sincerità in ogni nota, in ogni verso. E quando si dice la verità di solito si confessano errori: il perfezionismo di facciata lasciamolo alle bacheche social dell'ultima community di tendenza. C'è una vena malinconica in questa capacità di sviscerare il proprio passato: Mi hai rapito è un brano scritto in tempo passato con proiezione al futuro. Si vive imparando, si impara sbagliando e si vive crescendo: tradotto in flusso temporale: passato, presente e futuro.
Iniziamo dagli inizi, qual è il primo tuo ricordo legato alla musica?
Ero molto piccolo ed i miei genitori all'epoca erano molto fan di Eros Ramazzotti... ricordo che i nostri viaggi in auto erano accompagnati dalle sue cassette o dai primi cd che iniziavano a spuntare. Questo è uno dei primissimi ricordi che ho... quelli un po' più vividi risalgono alla mia adolescenza, periodo in cui mi sono avvicinato tanto all'Hip Hop e ascoltavo musica praticamente sempre.
E quello, invece che ti potrebbe descrivere a pieno?
Sono legato tanto a “Ultimi Giorni” di Guè, è un brano con il quale sin dall'inizio ho sentito un estremo coinvolgimento personale.
Come è nato "Mi hai rapito' e come riesci ad unire la parte strumentale a quella del testo?
''Mi hai rapito'' è nato circa due mesi fa, mi ha mandato questa base il mio produttore, Antonio Marcucci, che mi ha subito colpito e da lì ho iniziato a scriverci su. Di solito quando una strumentale mi prende subito la scelgo e la prima stesura di testo mi riesce abbastanza “facilmente”, nel senso che scrivo di getto. Non so spiegare a parole in che modo riesco ad unire le melodie ed il testo con la base, è una sorta di magia che si crea quando sono in un “mood” particolare. Poi successivamente rivedo e lavoro in maniera più fredda il tutto. Altre volte invece ho già un'idea di testo o melodica e la giro al mio produttore, Antonio Marcucci, ed è lui che costruisce la base cucendola sulla mia idea.
Come descriveresti il brano in tre aggettivi?
Sincero, intimo e malinconico.
Da quando hai iniziato a fare musica, qual è il traguardo più grande raggiunto e quello che vorresti raggiungere?
Onestamente cerco di non associare un traguardo ad un numero o un evento. I miei “punti d'arrivo” riguardano la mia personale crescita artistica. Al termine di alcune composizioni musicali, riascoltando i brani finiti, ho avuto come la sensazione che ci sia stato “qualcosa” che abbia sancito la fine di un periodo a favore di un nuovo inizio. Ecco, la mia speranza è proprio questa, non perdere questa sensazione.
Cosa significa per te fare musica?
La musica rappresenta il mio medicamento, mi dona “linfa” e non potrei farne a meno. Avevo bisogno di una valvola di sfogo, di manifestare ad “alta voce” ciò che ho sempre conservato dentro che un po' mi intrappolava.
Da dove vengono le tue influenze musicali?
Le mie influenze musicali sono il frutto di tutta la musica che ho ascoltato durante il corso della mia vita, musica di ogni genere e di ogni epoca. Principalmente ho ascoltato tanto cantautorato italiano, per poi avvicinarmi prima all'hip hop italiano e poi a quello straniero.
Parlaci del modo in cui registri i tuoi singoli...
Sono di Salerno ma registro all'NMG Recording Studio di Palestrina di Alessandro Di Nunzio. All'inizio lavoro principalmente a distanza insieme ad Antonio e quando riteniamo che il brano sia concluso fissiamo la data di registrazione. È uno dei miei momenti preferiti in quanto vedo concretizzarsi ciò a cui per tempo ho lavorato, ed è gratificante rivedere lo stesso entusiasmo anche nelle persone che lavorano con me. Essere in sintonia quando si è parte di una squadra che ha obiettivi medesimi è fondamentale per il risultato.
Iniziamo dagli inizi, qual è il primo tuo ricordo legato alla musica?
Ero molto piccolo ed i miei genitori all'epoca erano molto fan di Eros Ramazzotti... ricordo che i nostri viaggi in auto erano accompagnati dalle sue cassette o dai primi cd che iniziavano a spuntare. Questo è uno dei primissimi ricordi che ho... quelli un po' più vividi risalgono alla mia adolescenza, periodo in cui mi sono avvicinato tanto all'Hip Hop e ascoltavo musica praticamente sempre.
E quello, invece che ti potrebbe descrivere a pieno?
Sono legato tanto a “Ultimi Giorni” di Guè, è un brano con il quale sin dall'inizio ho sentito un estremo coinvolgimento personale.
Come è nato "Mi hai rapito' e come riesci ad unire la parte strumentale a quella del testo?
''Mi hai rapito'' è nato circa due mesi fa, mi ha mandato questa base il mio produttore, Antonio Marcucci, che mi ha subito colpito e da lì ho iniziato a scriverci su. Di solito quando una strumentale mi prende subito la scelgo e la prima stesura di testo mi riesce abbastanza “facilmente”, nel senso che scrivo di getto. Non so spiegare a parole in che modo riesco ad unire le melodie ed il testo con la base, è una sorta di magia che si crea quando sono in un “mood” particolare. Poi successivamente rivedo e lavoro in maniera più fredda il tutto. Altre volte invece ho già un'idea di testo o melodica e la giro al mio produttore, Antonio Marcucci, ed è lui che costruisce la base cucendola sulla mia idea.
Come descriveresti il brano in tre aggettivi?
Sincero, intimo e malinconico.
Da quando hai iniziato a fare musica, qual è il traguardo più grande raggiunto e quello che vorresti raggiungere?
Onestamente cerco di non associare un traguardo ad un numero o un evento. I miei “punti d'arrivo” riguardano la mia personale crescita artistica. Al termine di alcune composizioni musicali, riascoltando i brani finiti, ho avuto come la sensazione che ci sia stato “qualcosa” che abbia sancito la fine di un periodo a favore di un nuovo inizio. Ecco, la mia speranza è proprio questa, non perdere questa sensazione.
Cosa significa per te fare musica?
La musica rappresenta il mio medicamento, mi dona “linfa” e non potrei farne a meno. Avevo bisogno di una valvola di sfogo, di manifestare ad “alta voce” ciò che ho sempre conservato dentro che un po' mi intrappolava.
Da dove vengono le tue influenze musicali?
Le mie influenze musicali sono il frutto di tutta la musica che ho ascoltato durante il corso della mia vita, musica di ogni genere e di ogni epoca. Principalmente ho ascoltato tanto cantautorato italiano, per poi avvicinarmi prima all'hip hop italiano e poi a quello straniero.
Parlaci del modo in cui registri i tuoi singoli...
Sono di Salerno ma registro all'NMG Recording Studio di Palestrina di Alessandro Di Nunzio. All'inizio lavoro principalmente a distanza insieme ad Antonio e quando riteniamo che il brano sia concluso fissiamo la data di registrazione. È uno dei miei momenti preferiti in quanto vedo concretizzarsi ciò a cui per tempo ho lavorato, ed è gratificante rivedere lo stesso entusiasmo anche nelle persone che lavorano con me. Essere in sintonia quando si è parte di una squadra che ha obiettivi medesimi è fondamentale per il risultato.
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