Pirati dei Caraibi 2: La maledizione del forziere fantasma

Pirati dei Caraibi 2: La maledizione del forziere fantasma

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Dopo l'enorme successo riscontrato con La Maledizione della prima luna, Johnny Depp torna sul grande schermo vestendo nuovamente i panni del pirata più famoso dei Caraibi:
Jack Sparrow è infatti protagonista de LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA, secondo episodio di una ormai preannuciata trilogy dysneyana.
Più avventuroso, con maggior numero di azioni, suspance e humor del precedente, il film, in uscita nelle sale italiane il prossimo 13 Settembre, ha avuto già un tale riscontro che autori, registi e attori sono stati tutti confermati per girare il terzo episodio della sequel la cui programmazione sarà prevista per il 2007.
Accompagnato dall'ormai conosciuto Orlando Bloom e dalla bella Keira Knightley, Johnny Depp si troverà ad affrontare un nuovo intrigo. Il capitano ha infatti un debito d'onore con Davey Jones, padrone degli oceani e comandante dello spettrale veliero l'Olandese Volante e per lui si profila un destino di dannazione ed eterna schiavitù nell'altro mondo, se non riuscirà a scrollarsi di dosso questo pericoloso avversario. I Guai di Jack coinvolgeranno ancora una volta Will ed Elizabeth e comprometteranno il matrimonio tra i due.
Dopo una vita da ribelle Johnny Depp è diventato all'improvviso unod ei divi più acclamati di Hollywood, anche se ormai vive tranquillamente in Francia con la moglie e i suoi due figli.
Con i suoi personaggi un po' fuori dalle righe è diventato l'idolo di uomini donne e bambini.
È il primo sequel della sua carriera. Cosa aveva il capitano Jack Sparrow di diverso dai suoi precedenti personaggi da farle venire voglia di rivisitarlo?
Mi sembrava una missione non ancora portata a termine. Con un tipo del genere le possibilità sono infinite, nei suoi panni mi sento un esploratore. E confesso che mi diverto tanto che mi sembra strano essere pagato. Riprenderei volentieri anche Edward mani di forbice: l'ultimo giorno sul set ho pianto all'idea che non lo avrei più rivisto.
Si aspettava il successo di "Pirati"?
Non è questo il motivo per cui scelgo i film. Mai accettato per il miraggio degli incassi. La domanda che mi pongo è: cosa non ho mai fatto? Cos'è che mi fa crescere come attore?
Dovrebbe dirlo a quei fan che su internet l'hanno accusata di essersi venduto. Giudicano "I pirati dei Caraibi" solo un'operazione commerciale.
Chi mi conosce sa che parole come commerciale non significano niente per me. Per vent'anni da questo punto di vista sono stato un attore di chiaro insuccesso. Ho fatto film cosiddetti artistici, amati dai critici, ma che per i canoni finanziari di Hollywood erano da considerarsi flop.
I pirati dei Caraibi è nato da un impulso, non da un ragionamento: avevo passato due anni a vedere cartoni animati con mia figlia e mi piaceva quel mondo anarchico in cui i personaggi non sono sottoposti alle limitazioni fisiche e psicologiche di noi attori. Alla Disney ho detto che avrei doppiato uno dei loro film animati con la Pixar.
Mi hanno risposto che volevano produrre un film basato su Disneyland. "Pirati con bandana e spade?" ho chiesto. "Certo". "Ok, accetto". La mia agente era stupefatta: non c'era ancora nemmeno la sceneggiatura. Diciamo che sono stato fortunato, ma anche coraggioso.
E ora cosa succederà a Johnny Depp. Diventerà un divo in piena regola?
No, perché ho avuto vent'anni per abituarmi all'idea che il successo non dipende dai soldi che guadagni o fai guadagnare. E so benissimo che trappola può essere. A 14 anni girai una serie tv molto popolare, Jump street, e imparai che vieni venduto al pubblico come il personaggio che interpreti. E devi comportarti come lui, sempre e comunque.
È vero che ora sceglie i film anche in base ai gusti dei suoi figli?
Li tengo presenti. Non voglio che si vergognino di quello che fa il padre. Ma non sono tutto il mio pubblico, altrimenti sarei già un supereroe. Ora sono nel periodo comics, a casa non si parla che di Spiderman e di Justice league. Ma non penso che stavolta la darò vinta ai miei figli: non voglio indossare una calzamaglia a 43 anni.
In questa seconda puntata dei "Pirati" lei accentua l'aspetto comico. A chi si è ispirato per le sue gag?
Oltre che i cartoon ho studiato le comiche mute di Charlie Chaplin e Buster Keaton. Soprattuto il loro tempismo, la maniera di recitare senza battute.
Non è stato questo uno dei motivi per cui ha rischiato il licenziamento?
Sarò un irresponsabile, ma lo trovo un episodio molto divertente. A un certo punto i produttori della Disney hanno pensato che stavo rovinando un personaggio "da bambini" trasformandolo in un ubriacone, per di più gay. Alla fine siamo arrivati al bivio: o mi licenziavano o si fidavano di me.
Lei mostra l'entusiasmo di un ragazzino. Da dove le viene?
Probabilmente è ignoranza. O forse sono stupido. Oppure ormai vedo il mondo con gli occhi dei miei figli.
Intervista: www.panorama.it
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